La sinistra si è svegliata ieri con la vittoria - non di misura - di Donald Trump contro Kamala Harris, è di nuovo presidente Usa e sui profili social dei colonnelli del Pd, a partire dal capogruppo in Regione Pierfrancesco Majorino, la celebre vignetta di Altan in cui il collega di Cipputi dice «poteva andare peggio» e lui risponde «no» riassume bene gli umori. É tranchant il commento pubblicato su Facebook dal sindaco Beppe Sala: «Gli Stati Uniti hanno votato. L'esercizio della democrazia è la difesa più forte che la democrazia ha a disposizione». Premessa soft. «Ma non possiamo fare finta che questa scelta elettorale sia neutra e non reazionaria per la vita interna degli Usa, ma soprattutto rischiosa a livello internazionale - prosegue -. I rapporti con Putin, l'assedio a Capitol Hill non possono essere dimenticati. I programmi di Trump per i prossimi 4 anni sono addirittura più cupi. La pressione sull'Europa, definita "luogo terribile" solo due giorni fa, si avvertirà fatalmente». É ora, prosegue Sala, che «l'Europa realizzi che è finita un'era: quella di un continente che non è unito e confida su ciò che avviene oltreoceano. Mentre ci toccherà misurare l'impatto di Trump sulle politiche internazionali, sulla lotta al cambiamento climatico e sull'energia, l'Europa ha una strada segnata, se vuole continuare a mantenere il proprio livello di qualità di vita e procedere verso l'autonomia di cui ha bisogno il più grande e prospero mercato e il più efficace welfare al mondo: bisogna attuare da subito, entro i prossimi 4 anni, le indicazioni del Rapporto che Mario Draghi ha consegnato e illustrato ai vertici Ue. Sicurezza unica europea, spazio fiscale unico, transizione e produzione verso la sostenibilità, il continente come acquirente energetico unico. Sono le linee guida per mantenere lo stile di vita europeo che tutto il mondo ammira. Questa è la via, non quella di dare più autonomia a 20 Regioni italiane». Il partito dei catastrofisti.
Di tutt'altro tenore la reazione del governatore Attilio Fontana: «Per noi è importante che continuino a esserci rapporti positivi tra Usa e Italia, tra Usa e Lombardia. In questi anni sono sempre migliorati e hanno dato la possibilità di incrementare il nostro interscambio commerciale. Sui dazi vedremo, capiremo come si muoverà il nuovo presidente». E il deputato milanese della Lega Luca Toccalini dichiara: «Sala non è in grado di amministrare Milano. Non si occupi di elezioni americane, dove lui e la sua parte politica (come di consueto) non hanno azzeccato mezza previsione. Rispetti il voto, non è democrazia solo quando vincono loro». Il capogruppo leghista in Regione Alessandro Corbetta afferma che «Trump trionfa in America e con lui i valori e le priorità che anche la Lega sostiene da sempre: basta immigrazione selvaggia, rimpatri dei clandestini, più sicurezza per i cittadini e stop alle ideologie woke e agli estremismi ambientali che stanno soffocando le nostre economie, le nostre imprese e la nostra agricoltura».
Majorino scrive invece che «tra tante analisi e riflessioni e scomode verità su cosa esprima questo voto c'è un punto su cui suggerirei di non scherzare. Si possono, anzi si devono, sottolineare la forza della proposta di Trump e le debolezze e le contraddizioni dei democratici. O le implicazioni connesse alle "paure" e alla crisi del pensiero liberale e progressista. Ma una cosa, vi scongiuro: non venitemi a raccontare che ora il mondo avrà un pacifista in più». Su altri profili di sinistra la vignetta del giorno è la statua della Libertà che si copre il viso disperata.
Si definisce «un po' alla finestra» il presidente di Federlegno Arredo Claudio Feltrin: «Speriamo non ci siano nuovi dazi con Trump. Sulla politica estera politica, se fosse vero come dice che riuscirà a far finire la guerra in Ucraina sarebbe positivo per tutta l'Europa, dove la nostra filiera fattura il 75% di quello che si produce».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.