Tunisi - 35 anni. Il presidente tunisino deposto, Zine El-Abidine Ben Ali, e la moglie Leila Trabelsi, sono stati condannati in contumacia a 35 anni di carcere. Lo hanno riferito fonti ufficiali. La corte ha giudicato Ben Alì e sua moglie colpevoli di furto e detenzione illegale di un tesoro in denaro e gioielli. La condanna inflitta all’ex dittatore tunisino, hanno spiegato le fonti giudiziarie, si riferisce solo ad alcune della accuse. Il verdetto impone a Ben Alì anche il pagamento di una somma equivalente a 65,6 milioni di dollari. Il processo si è aperto oggi e in mattinata era arrivata una dichiarazione di Ben Ali che, affidata al solo avvocato di fiducia presente, il libanese Akram Azouri, ha di fatto tracciato la linea di difesa sulla quale l’ex presidente intende schierare le sue truppe in toga nera.
Ben Ali nega tutto E questa linea passa per negare, tutto, senza alcuna ammissione di colpa o responsabilità. Quindi: non esistono conti all’estero che lo riguardino direttamente. Non ci sono palazzi o altri immobili che gli appartengano al di fuori della Tunisia. È falso che egli abbia dato ordine di sparare sui manifestanti quando la rivolta, sotto i suoi occhi, stava per diventare una "rivoluzione". Insomma, nessuna colpa. Infine la ciliegina finale: "Non sono fuggito dal mio Paese, sono stato costretto ad allontanarmi perché ingannato dal capo della sicurezza nazionale, Ali El Seriati, che mi disse che c’era un complotto mirato ad uccidermi e che la mia residenza era ormai circondata dai rivoltosi".
"Ho lasciato Tunisi con l'inganno" L’ex presidente tunisino Zine al-Abidine Ben Ali, deposto il 14 gennaio scorso dopo un mese di rivolte popolari, dunque non sarebbe fuggito dal suo Paese, ma decise di trasferire la sua famiglia in Arabia Saudita per questioni di sicurezza. La sua intenzione era quella di rientrare in Tunisia immediatamente, ma l’aereo sul quale volava ripartì senza di lui, "disubbediendo alle mie istruzioni". "Ho lasciato Tunisi con l’inganno", ha detto Ben Ali.
L’ex capo di Stato ha anche negato di aver ordinato di sparare sui manifestanti il che, ha detto, può essere dimostrato attraverso la registrazione delle conversazioni tra la presidenza, il ministero degli Interni e altri ministeri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.