Tunisia, ora pieni poteri al capo del Parlamento Via al governo di unità

All’indomani della fuga dalla Tunisia di Ben Ali, i poteri presidenziali sono passati dal primo ministro al presidente del parlamento. Carcere a fuoco a Monastir: decine di morti. Il caos dietro casa di Marcello Foa

Tunisia, ora pieni poteri 
al capo del Parlamento 
Via al governo di unità

Tunisi - All’indomani degli scontri e della fuga dalla Tunisia del presidente Ben Ali, i poteri presidenziali sono passati dal primo ministro al presidente del parlamento, mentre il centro di Tunisi è sotto un cappa di "calma tesa". Già alla sua periferia però in scontri avvenuta questa mattina una persona sarebbe rimasta uccisa e a Monastir sulla costa un carcere è in fiamme.

Calma tesa in tutta la Tunisia Nella capitale ci sono mezzi militari ovunque, blindati con mitragliatrici che segnano una presenza dell’esercito fino a ieri quantomeno non così visibile. Visibili sono anche i segni degli scontri di ieri, in centro come in periferia: sulla centrale avenue Borguiba rimangono le "tracce" con decine di scarpe abbandonate lungo le strade laterali dei dimostranti messi in fuga dalle forze dell’ordine. Mentre alle porte della città un centro commerciale preso d’assalto ieri è stato saccheggiato. In periferia oggi ancora scontri che hanno provocato anche un morto, riferisce al Jazira.

La situazione istituzionale Intanto si delineano i contorni della situazione istituzionale: oggi il presidente del parlamento tunisino ha assunto temporaneamente i poteri presidenziali. Il presidente del Consiglio costituzionale afferma che la carica di presidente della repubblica è considerata definitivamente vacante e aggiungendo che nuove elezioni presidenziali si "dovranno tenere entro i prossimi 60 giorni". Ieri, invece, la carica di presidente ad interim era stata affidata, con un decreto firmato da Ben Ali, al primo ministro Mohammed Ghannouchi, con la motivazione che esisteva una "temporanea impossibilità" del presidente a svolgere il proprio mandato. In tutto il Paese regna tuttavia l’incertezza, sebbene l’agenzia di stampa ufficiale tunisina abbia comunicato che lo spazio aereo è aperto e che gli aeroporti sono operativi, non si hanno notizie al momento di arrivi o partenze.

A fuoco il carcere di Monastir Decine di detenuti sono morti in un incendio divampato nel carcere di Monastir, località turistica sulla costa nord-orientale tunisina, che ha permesso l’evasione di massa di altri prigionieri. L’episodio, di cui non sono ancora chiari i contorni, si inquadra nel caso in cui è piombato il Paese nordafricano dopo la fuga all’estero del presidente Ben Ali. Testimoni oculari hanno riferito che è andato a fuoco "l’intero complesso, i materassi, gli arredi, tutto quanto". Non è chiaro se il rogo sia stato appiccato intenzionalmente dai detenuti per favorire l’evasione. Malgrado la proclamazione dello stato d'emergenza e l’ampliamento del coprifuoco, durante la notte e ancora in mattinata in tutta la Tunisia si sono registrate nuove manifestazioni di protesta.

Appello dell'Ue: "Dialogo" L’Unione europea lancia un appello a tutte le parti tunisine perchè prevalga la volontà di dialogo allo scopo di dare alla crisi in corso una soluzione democratica duratura, per la quale si impegna a dare il sostegno necessario. L’alto rappresentante della politica estera della Ue Catherine Ashton e il commissario Ue all’allargamento Stefan Fule lanciano un appello affinché le parti in causa diano prova di "moderazione e restino calme allo scopo di evitare nuove vittime e violenze".

"Il dialogo è la chiave - affermano Ashton e Fule - noi confermiamo il nostro impegno con la Tunisia e il suo popolo e la nostra volontà ad aiutarli per trovare una soluzione democratica duratura alla crisi in corso". L’Unione europea continua a seguire gli avvenimenti in Tunisia con grande attenzione.

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