da Milano
Una settimana anche più a preparare il terreno, a tapparsi le orecchie per non replicare alla spocchia francese. E poi che succede? Che la Marsigliese viene triturata dagli ottantamila di San Siro. Un fuoriprogramma non previsto. Il presidente federale Abete: «Un malcostume che va rimosso, una brutta pagina da cancellare». Il più duro di tutti è stato, però, Gigi Riva, team manager della nazionale. «Non è servito a niente tutto il lavoro che abbiamo fatto aspettando questa partita. Chi ha fischiato è gente che non capisce nulla di calcio, è stato un episodio vergognoso. Questi tifosi sono talmente imbecilli che non meritano tutte le parole che abbiamo sprecato. Non meritano niente».
Riva ha abbattuto gli argini, i giocatori gli vanno dietro. Prima del riscaldamento sono stati tutti abbracci, quasi solo rose e fiori, poi nemmeno loro si aspettavano un casino simile. Oddo dice di essersi vergognato, Cannavaro alla vigilia aveva puntato dritto al cuore del tifo azzurro: non fischiate l’inno, era la preghiera lanciata al catino di San Siro. Si sente tradito il capitano: «Ho girato il mondo con la maglia della nazionale, nessuno si è mai permesso di fischiare il nostro inno. Bisogna chiedere scusa ai francesi». Poi sulla partita: «Forse ci voleva più coraggio per attaccare questa Francia, potevamo vincere. Ora ci tocca recuperare qualche posizione».
Buffon quei fischi ce li ha ancora nelle orecchie. Il numero uno azzurro è ancora frastornato: «La nostra campagna preventiva non è servita a nulla, un inno non si fischia. L’inno è la storia, è la bandiera di una nazione. Deve essere rispettato. Il pubblico ha fatto un grande errore». Gigi prova ad andare oltre, fino a mercoledì sera un punto con la Francia è un bicchiere mezzo vuoto. Lui non la pensa così: «Non ci siamo complicati la vita. A Kiev una vittoria sarebbe manna dal cielo, ma anche un altro punto potrebbe bastare. Loro sono venuti a Milano per pareggiare e ci son riusciti, anche per questo noi abbiamo fatto fatica ad attaccarli. Trezeguet in panchina? Quando gioco contro la Francia, non vederlo in campo mi fa sempre piacere». Rimane da sviscerare un altro tipo di fischi, quelli che hanno seppellito l’uscita dal campo di Del Piero. Buffon piazza subito la barriera: «È sempre difficile giudicare il motivo, bisognerebbe fare un sondaggio, magari hanno fischiato perché non erano d’accordo con l’allenatore...». Sull’argomento, meglio di Buffon ha fatto solo il diretto interessato, Alessandro Del Piero: «I fischi al momento della sostituzione? Aveste sentito, erano davvero tanti i francesi...». Il verdetto di una notte in cui ha vinto la paura, spetta a Rino Gattuso: «I fischi alla Marsigliese sono stati colpa di un certo Domenech.
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