da Roma
Tutti matti per Castro. Non solo in Italia ma anche oltre la Manica dove il pilone italoargentino di Parañà è andato a conquistarsi il titolo di miglior giocatore della Premiership. A Leicester, dove è sbarcato lo scorso anno, si sono subito innamorati del suo modo di essere dentro e fuori dal campo. Quella faccia da «gaucho», quel suo fare da duro quando gioca attorno ai raggruppamenti, ma anche e soprattutto limpegno che ha messo per fare quellulteriore salto di qualità che lo ha portato sul trono del «golden boy» del campionato inglese. Lui si nasconde. «È un prestigioso riconoscimento che è ancora più gradito perché del tutto inatteso» spiega alla vigilia della sfida per il titolo dOltremanica che opporrà le tigri al Gloucester di Marco Bortolami. In realtà già da tempo gli osservatori della Premiership avevano visto in Martin Castrogiovanni la gemma più luminosa di tutta lInghilterra ovale. Merito soprattutto del lavoro dello staff tecnico del Leicester che su Castrogiovanni ha lavorato molto soprattutto sul piano fisico. Lo hanno chiuso in palestra e Castro ha sudato tanto senza lamentarsi troppo.
Poi il Sei Nazioni con la maglia azzurra e con un sostanzioso suo contributo nelle prime quattro partite prima dellinfortunio contro il Galles. Nella gara di chiusura con lIrlanda, i suoi compagni lo hanno voluto portare comunque in campo e, pennarello alla mano, hanno vergato le loro maglie con il suo nome. Gli anni di Calvisano, lo scudetto del 2005, sono lontani anni luce rispetto a Leicester. Il Welford Road ha un altro impatto rispetto al San Michele ma gli affetti sono rimasti a una manciata di chilometri da Brescia. «Calvisano è stata una tappa importante della mia carriera racconta . Ma le ragioni che mi hanno portato a vincere questo riconoscimento vanno divise con il Leicester. Mi hanno aiutato molto. Ogni piccolo problema veniva subito risolto. Questione di professionalità. Il segreto è tutto lì».
A Leicester hanno trovato il loro nuovo eroe. Dopo Dean Richards e Joel Stransky, dopo Tony Underwood, ora è litaliano ad andare di moda. Castrogiovanni è il «local hero» di una città universitaria in cui le opportunità non mancano e dove il rugby è una religione. A Twickenham, si alza il sipario sulla finale per il titolo. Di scena proprio il suo Leicester contro il Gloucester del capitano Marco Bortolami. Castro non ci sarà e forse neppure la seconda linea azzurra, alle prese con un ginocchio malconcio. Peccato per la più italiana delle finali del campionato di Sua Maestà.
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