Tutti pazzi per Dostoevskij

Nella settimana del debutto mondiale dei «Demoni» di Stein all’Hangar Bicocca all’Oberdan parte una rassegna dei più celebri film ispirati al romanziere russo

Tutti pazzi per Dostoevskij

S ta per scoccare l'ora dei Demoni, il kolossal teatrale di Peter Stein in programma all'Hangar Bicocca il 22, 23, 29 e 30 maggio. Dodici ore di spettacolo, intervallate dalle pause necessarie per pranzare e per non farsi travolgere dal flusso della recitazione, durante le quali andrà in scena l'omonimo romanzo di Fëdor Dostoevskij pubblicato nel 1871. Pochi i biglietti ancora in circolazione: meno di 300 sui 1600 complessivamente disponibili per il debutto di quello che si preannuncia come l'evento teatrale dell'anno (informazioni e prenotazioni sul sito www.idemoni.org.it ). In passato invece I demoni è stato un testo che ha esercitato un'attrazione fatale sul cinema. Se ne conservano tracce nelle sceneggiature di La cinese di Jean-Luc Godard (1967) e di La caduta degli dei di Luchino Visconti (1969). Andrzej Waida ne ha inoltre tratto un film («Dostoevskij - I demoni» del 1987) che ha fra l'altro rivelato il talento di Isabelle Huppert. Stranamente nessuno di questi titoli (neppure l'ultimo, che in fondo è una trasposizione non troppo infedele del romanzo e allo stesso tempo un'indagine acuta sul suo autore) figura nella rassegna «Dostoevskij fra teatro e cinema», ideata dalla Cineteca Italiana in collaborazione con Tieffe Teatro, la struttura milanese che produce lo spettacolo di Stein. Sono comunque di primissimo livello tutti i cinque film in programmazione fino a venerdì 21 maggio presso lo Spazio Oberdan (informazioni sul sito www.cinetecamilano.it e ai numeri 02.7740.6316 e 02.7740.6300). Mercoledì alle 17 si potrà assistere alla proiezione di un'autentica rarità: Partner, la pellicola girata in pieno '68 (con inevitabile denuncia dell'apatia borghese e dettagliatissime istruzioni sulla fabbricazione di una bottiglia molotov) da un ventisettenne Bernardo Bertolucci ispirandosi al Sosia, un racconto poco noto del grande scrittore russo. Dal romanzo breve Le notti bianche sono invece tratti altri due piccoli capolavori: l'omonimo film di Lucchino Visconti del 1957, girato in un bianco e nero di straordinaria eleganza, e Quattro notti di un sognatore, uno degli ultimi lungometraggi di Robert Bresson (entrambi potranno essere visti mercoledì, rispettivamente alle 21.30 e alle 19). Di Bresson, un regista con una spiccata predilezione per le opere e le tematiche dostoevskijane, giovedì alle 19 verrà inoltre proiettata Così bella, così dolce, la pellicola del 1969 tratta dal racconto La mite.
Venerdì alle 21 sarà infine la volta dell'Idiota, la versione giapponese del romanzo di Dostoevskij girata nel 1951 da Akira Kurosawa: un altro autore cinematografico infatuato dello scrittore russo, a suo parere «capace più di chiunque altro di analizzare il comportamento degli individui allo stato puro e di descrivere l'essere umano con simpatia, onestà e profondità».


La prova forse più eclatante della veridicità di questo giudizio sta nelle pagine dei Fratelli Karamazov (l'ultimo e il più celebre dei romanzi di Dostoevskij) in cui Ivan narra ad Alioscia la leggenda del Grande Inquisitore: un racconto vertiginosamente lucido e disarmante, in cui Gesù si trova faccia a faccia con l'archetipo del suo persecutore, che verrà messo in scena domani alle 21.00 al Teatro Verga da Alessandro Pazzi e ori (ingresso libero, prenotazioni allo 02.33106749).

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