Alberto Lupo e la tv d'antan

Per più di una generazione di italiani è stato una voce suadente, calda, affascinante

Alberto Lupo e la tv d'antan
00:00 00:00

In questo marasma televisivo dove anche gli eccessi più plateali vengono perdonati se non incentivati, fa bene allo spettatore andare un po' indietro con la mente alla tv seria e al contempo fantasiosa che fu. Per esempio, due documentari su Paolo Stoppa e Alberto Lupo andati in onda in questi giorni su Rai 5 e sono disponibili su Raiplay. Raccontano i due grandi protagonisti del panorama teatrale, televisivo e cinematografico della seconda metà del '900. Stoppa, attore riservato, dal carattere difficile, viene raccontato attraverso le parole, tra gli altri, di Maurizio Nichetti e Caterina D'Amico. Invece, nella ricorrenza dei cento anni dalla nascita (che cadeva ieri), di Lupo (nella foto) viene ripercorsa la carriera di attore, presentatore e interprete di poesie e canzoni memorabili. Per più di una generazione di italiani è stato una voce suadente, calda, affascinante: raggiunse la popolarità con il teleromanzo La cittadella, prima storia di un camice bianco sul piccolo schermo, e con il varietà Teatro 10 con la memorabile sigla Parole parole interpretata insieme a Mina.

E con il giallo Un certo Harry Brent, trasmesso nel 1970, incollò davanti alla televisione diciannove milioni di spettatori. Il documentario offre materiali d'archivio e interviste ad amici e colleghi, fra i quali Lino Banfi, Valeria Fabrizi e Roberto Chevalier.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica