Un "Belcanto" con stonatura

Belcanto è la serie ambientata a metà 800 che racconta il riscatto di tre donne, madre e le due figlie, attraverso la lirica

Un "Belcanto" con stonatura
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Lungi da noi paragonare le storie così diverse e ambientate in epoche lontane di Valeria Scalera e Vittoria Puccini (foto). Però Imma Tataranni e Belcanto, gli ultimi due debutti seriali di Raiuno mostrano da una parte quanto sia avanti la fiction che parla all'oggi e quanto ci sia ancora da fare per quella in costume. Vabbè, le avventure del sostituto procuratore di Matera, scorbutica in fiction e anche nella realtà (resterà memorabile il litigio con l'autrice del suo personaggio Mariolina Venezia per questioni di mancati ringraziamenti con relativo elogio dell'ingratitudine) non possono che avvincere lo spettatore per intreccio di passioni, ironia, temi sociali, soprattutto ora che si spinge più sui risvolti amorosi che sui casi criminali. Infatti domenica ha conquistato 4.249.000 spettatori. Invece Belcanto, la serie ambientata a metà 800 che racconta il riscatto di tre donne, madre e le due figlie, attraverso la lirica è un prodotto piacevole, ma sconta in alcuni punti della trama e nel ritratto di alcuni personaggi elementi un po' troppo stereotipati, alla vecchia maniera della fiction Rai.

Infatti ha avuto un po' meno pubblico (3 milioni 574mila, che comunque fanno il 21 per cento di share). Bisogna vedere questa serie con gli occhi del melò e lasciarsi incantare dalle arie, dall'Ave Maria di Schubert, e anche qualche difetto passa via.

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