Stefano Vladovich
Un odio antico, un disprezzo inspiegabile che più volte li ha messi luno contro laltro. Stefano e Giulio Foglia, 33 e 38 anni, sembravano tutto tranne che fratelli. Tanto che i carabinieri li hanno divisi (e denunciati per rissa) decine di volte. «Quando litigavano - raccontano i vicini - diventavano davvero pericolosi». Laltra sera, durante lennesima discussione, il più grande afferra un lungo coltello da macellaio e lo pianta dritto nel cuore del fratello minore. Stefano è morto allistante, secondo Cristiano Caringi, medico legale della Procura di Civitavecchia, raggiunto da un fendente sferrato con ferocia proprio allaltezza dellemitorace sinistro. Un colpo secco, violentissimo, probabilmente guidato da rabbia e alcol, che si pianta in pieno petto per almeno 5 centimetri, lacerando il cuore. Stefano si accascia sulla rampa di scale che dal piano terra della sua abitazione, in via Positano a Ladispoli, porta al patio che circonda la casa. Lì lo trovano i militari di pattuglia assieme ai sanitari del 118, corsi sul posto alla prima segnalazione. Ogni tentativo di rianimarlo, però, risulta inutile. Lomicida, in stato confusionale, è completamente sporco di sangue. La tragedia nel pieno centro di Ladispoli si brucia nel giro di pochi minuti, a mezzanotte e 50 di giovedì, quando Giulio Foglia, sposato e padre di due bambini, lascia la propria abitazione, in via Flavia, per andare a trovare la madre e il fratello, a poche centinaia di metri di distanza. La donna, titolare di un banco al mercato di generi alimentari (salumi e formaggi), a quellora dorme. I fratelli iniziano a discutere, come sempre, per questioni di soldi. Ufficialmente nullafacenti, i due aiutano lanziana donna a mandare avanti lattività. «Stefano lo faceva in maniera costante - spiega il capitano dei carabinieri Mauro Izzo, comandante della compagnia di Civitavecchia - mentre il maggiore dei due, Giulio, era meno assiduo. Comunque, per ragioni incomprensibili, i fratelli non si potevano vedere. E troppo spesso venivano alle mani, facendo intervenire le forze dellordine. Laltra notte, probabilmente per un chiarimento, si sono incontrati e hanno iniziato a litigare. A un certo punto Giulio, dopo una breve colluttazione, ha sferrato il colpo micidiale. Abbiamo trovato macchie di sangue dappertutto, in terra e sulle pareti. La vittima, oramai priva di vita, era riversa sulla rampa che porta al primo piano, lassassino dentro casa, la madre sconvolta». La prima telefonata daiuto parte proprio da lei, Margherita, quando si rende conto che il figlio Stefano è agonizzante. Laltro figlio vaga al buio in uno stato di semincoscienza tanto che allarrivo dei carabinieri si lascia ammanettare senza problemi. Per ore gli esperti del Ris di Roma, il Reparto investigazioni scientifiche dellArma, eseguono rilievi sulla scena del crimine, compresa lauto di Giulio, una Citroën C2 lasciata in tutta fretta davanti al cancello della villa. Larma? «Ne abbiamo sequestrate diverse rinvenute a terra - continua il capitano Izzo -, attendiamo i risultati di laboratorio per stabilire esattamente quella usata per il colpo letale.
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