Uccideva i pazienti, ora dona un rene

Mariuccia Chiantaretto

da Washington

Per 16 anni, lavorando come infermiere, ha deciso chi doveva vivere e chi doveva morire e ha ucciso una quarantina di pazienti. Lo scorso 18 agosto, l’«angelo della morte» ha giocato ancora una volta all’onnipotente salvando la vita di un operaio di 37 anni, padre di quattro bambini, cui ha donato un rene.
In prigione dal 2004 dove sta scontando 22 ergastoli, Charles Cullen, 43 anni, reoconfesso dell’uccisione di 29 pazienti e sospettato della morte di altri 15, ha letteralmente imposto il suo rene ai medici in attesa di un organo adatto da trapiantare a Ernie Peckam. I due uomini si conoscevano da anni. Cullen era stato fidanzato con la sorella di Ernie, Catherine. Due mesi fa aveva saputo dei guai della famiglia dalla ex «suocera», Pat Peckam, che non ha mai smesso di scrivergli in carcere. Ernie Peckam, che fino allo scorso febbraio faceva turni di dieci ore in una fabbrica di porte e finestre, si è ammalato in seguito ad un’infezione contratta tagliandosi con una lamiera. «Venuto a conoscenza della gravità del caso - ha spiegato l’avvocato Johnnie Mask - il mio cliente ha deciso di proporsi come donatore. L’idea di salvare una vita dopo averne stroncate tante è stato un modo per chiedere perdono».
Quando i test di laboratorio lo hanno definito compatibile per la donazione Cullen ha dovuto minacciare di non collaborare più con gli investigatori se i responsabili della New Jersey State Prison non gli avessero permesso di aiutare l’amico.

Nonostante la condanna a 22 ergastoli, Charles Cullen continua infatti ad essere oggetto di indagine: l’«angelo della morte» ha lavorato in una decina di ospedali del New Jersey e della Pennsylvania, e le autorità stanno riesaminando tutti i casi di decessi sospetti avvenuti nelle corsie da lui frequentate. Vogliono stabilire se sono state somministrate ad altri pazienti le dosi letali di Digoxin di cui Cullen ha confessato d’aver fatto largo uso per «mettere fine alle sofferenze altrui».

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