Udinese da Champions

Udinese da Champions

nostro inviato a Lisbona
Il patron Pozzo lo ha definito «un esame di laurea», capitan Bertotto parla di «ciliegina sulla torta di un’intera carriera», Cosmi fa il nostalgico dicendo che «è emozionato per realizzare questo sogno» ma avrebbe preferito che si chiamasse ancora coppa dei Campioni. L’Udinese sbarca nella prima Champions League della sua storia ultracentenaria con la giusta umiltà, la maniera migliore per rispondere alla presunzione della stampa portoghese: «Battere i friulani per lo Sporting sarà una passeggiata», fu il refrain comune il giorno del sorteggio. Tra le italiane, solo il Bologna (primo turno di coppa Uefa 98-99) è riuscito a espugnare il campo dei biancoverdi, che comunque non vincono con un’italiana dal marzo 1991.
Numeri che a Serse Cosmi non interessano. A lui interessa la tranquillità del gruppo. Un gruppo che conta sul giusto mix tra esperienza e gioventù («che mi dà molte garanzie»), dai veterani Bertotto e Sensini (un giovanotto di 39 anni che «è una presenza rassicurante, in panchina, in campo e anche a tavola», dice Cosmi) ai baby Felipe e Barreto. Quest’ultimo, nel giro di due mesi, si è ritrovato da una serie A a lungo sognata e persa nel finale di campionato con il Treviso al debutto in Champions League. Fino all’ex Vidigal, cinque stagioni nello Sporting tra il 1995 e il 2000, con uno scudetto e una Supercoppa di Lega.
Ma a Lisbona c’è più curiosità intorno ad Al Saadi Gheddafi, che ieri ha ricevuto la visita dell’ambasciatore libico. Il titolo di A Bola, il più importante quotidiano sportivo portoghese, gioca sulla presenza dell’illustre ospite: «Lo Sporting va all’assalto della fortezza di Gheddafi». Che però, ammette Cosmi, non sarà tra i disponibili e si aggiungerà alle assenze più importanti di Di Michele («peccato soprattutto per lui, aveva fatto tanto l’anno scorso per arrivare a questo traguardo e un’entrata stupida di un cinese dell’Everton gli ha tolto questa soddisfazione», sottolinea il tecnico) e di Pinzi, che si era già autoescluso prima della partenza per il Portogallo. Qualche apprensione per Damiano Zenoni, che ieri ha accusato un po’ di nausea ma non ha febbre. In preallarme c’è un altro giovanissimo, Motta. «Ma io sono già contento di poter vivere quest’esperienza bellissima», dice mentre attende nella hall il momento di salire sul pullman per l’ultimo allenamento allo stadio Alvalade. Che stasera non sarà pienissimo, nonostante lo Sporting si giochi molte chance di qualificazione proprio in casa (parole di Peseiro).
In proporzione saranno molti di più i 500 tifosi friulani: alcuni sono partiti lunedì con il charter della squadra (e hanno dato una mano ai magazzinieri bianconeri «dimenticati» all’aeroporto con 58 valigie e sei borse), altri arriveranno oggi con un altro velivolo privato, altri ancora giungeranno con pullman e auto proprie. La squadra vestirà di nero, come nella vittoriosa trasferta di coppa Uefa a Salisburgo nel settembre 2003. Non si sa mai.

E Serse Cosmi sfoggerà il suo cappellino: «Ma sarà molto anonimo, quello ufficiale della stagione sarà pronto per la sfida di ritorno». Intanto l’Udinese ha acquistato i giovani colombiani Aquilar e Zapata, centrocampista e difensore centrale, nazionali under 20.

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