Washington - La situazione si complica. Il rischio default è sempre più vicino. Anche se le colombe lavorano incessantemente per trovare un accordo che innalzi il debito e permetta di evitare il peggio. Ma se Obama, in evidente difficoltà, cerca di salvare il salvabile, e invita tutti al senso di responsabilità, la crisi crea profonde divisioni in seno ai partiti. E non risparmia l'opposizione repubblicana, che si divide: John Boehner, lo speaker della Camera che ha affrontato a muso duro la Casa Bianca dicendo no al compromesso, caldeggiato dal presidente, per alzare il debito, viene scavalcato dall'ala più dura del partito, quella vicina ai Tea Party. Nel momento di sua maggiore debolezza, con lo spettro di default da evitare a tutti i costi, paradossalmente Obama può essere avvantaggiato proprio dalle divisioni in seno alla destra americana. A calcare la mano contro i Tea Party c'è anche John McCain.
L'attacco di McCain ai Tea Party: sono dei pazzi In un intervento al Senato, l’ex candidato repubblicano alla Casa Bianca ha definito stupido e ingannevole far credere che una modifica della Costituzione per rendere obbligatorio il pareggio di bilancio quando si rende necessario innalzare il tetto del debito possa essere approvata dal Congresso in tempi brevi. "Ciò che è davvero stupefacente è che qualche senatore possa credere che questa misura possa passare al vaglio del Senato nella sua attuale composizione" a maggioranza democratica, ha affermato McCain, "questo è peggio che stupido, è ingannare molti dei nostri elettori". Pur criticando anche la linea di Barack Obama e dei democratici ("il loro piano è pieno di fumo e specchietti") per lo stallo sul debito, McCain ha condannato il muro contro muro scelto dalla destra repubblicana: "Tenere duro e affermare che non alzeremo il tetto del debito senza l’obbligo costituzionale del pareggio è ingiusto, è bizzarro", ha tuonato il senatore.
Tea Party scatenati contro Boehner Non sono piaciuti alla base del Tea Party i modi e i toni con cui John Boehner, lo speaker della Camera, ha richiamato alla disciplina di partito i deputati ultraconservatori che avevano espresso dissenso nei confronti del piano per il debito da lui presentato. E molti attivisti del movimento, che è stato il principale artefice della vittoria del Gop alle elezioni dello scorso novembre, chiedono la testa dello speaker considerato "un repubblicano del big goverment, che prega di fronte all’altare della spesa dissennata". "Abbiamo bisogno di uno speaker che sia un leader - scrive ancora sul suo blog Judson Phillips, fondatore del Tea Party Nation uno dei tanti gruppi che hanno animato questo movimento anti-tasse e anti-spesa sociale - abbiamo bisogno di qualcuno che abbia coraggio e visione politica e Boehner non ha nessuna di queste qualità. Lui semplicemente desidera essere il manager dello stato sociale, continuando a bere, giocando a golf - conclude facendo riferimento alle note passioni dello Speaker - e non guidando la barca". Anche i Tea Party Patriots si dicono del tutto scontenti dello speaker, sottolineando che, in un sondaggio online tra gli iscritti, in tutto 3500, l’81,5% si dice insoddisfatto del lavoro di Boehner e il 74% ne chiede le dimissioni.
Obama teme le critiche da sinistra Obama è dovuto correre ai ripari per cercare di rassicurare la base liberal che non vede nel piano presentato dai democratici sulla riduzione del debito grandi differenze con quello dei repubblicani. Tutto incentrato su tagli alla spesa e meno alla promessa abolizione dei privilegi fiscali per i più ricchi introdotti da George W. Bush e che ancora, nonostante tutte le dichiarazioni di intenti, Obama non è riuscito a toccare. Per cercare di convincere i liberal di non aver ceduto troppo ai repubblicani, Obama in questi giorni ha partecipato ad incontri con le minoranze, come quello con la comunità ispanica durante il quale ha assicurato che "molti dei tagli interesseranno aree come la difesa e non i food stamp", riferendosi alle buoni pasto con cui il governo federale aiuta i più poveri a fare la spesa. E, parlando alla radio Univision in lingua ispanica, ha detto che la lotta per difendere i più poveri e gli anziani è centrale.
Anche i collaboratori del presidente si sono messi al lavoro, avviando una serie di contatti con le organizzazioni di base, gruppi religiosi, associazioni che tutelano le famiglie più povere, tutti preoccupati dal fatto che i tagli alla spesa pubblica possano colpire in modo drammatico il Social Security, la previdenza americana, il Medicare e il Medicaid, gli unici programmi di assistenza sanitaria pubblica, per gli anziani e i più poveri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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