Va a incassare il «tesoro» ma trova la Finanza

Stefano Zurlo

da Milano

Con sprezzo del pericolo si è presentato agli sportelli della Popolare Italiana con l’obiettivo di portare via il proprio «tesoretto» e metterlo al sicuro da qualche altra parte.
Luigi Pacchiarini era un cliente privilegato della banca di Gianpiero Fiorani: sui suoi conti si svolgevano operazioni spregiudicate. Per questo era già indagato per false comunicazioni sociali.
Ma l’agricoltore lodigiano non si è dato per vinto: i funzionari dell’istituto di credito però hanno avvisato la Guardia di finanza che ha sequestrato i soldi: 1,3 milioni di euro. Sul punto di prendere il volo con una serie di assegni circolari.
Capita anche questo, un episodio da fine regime, nell’inchiesta sulla scalata ad Antonveneta. Il gip Clementina Forleo conclude la tornata degli interrogatori di garanzia ascoltando, alla presenza dei Pm Giulia Perrotti e Eugenio Fusco, Silvano Spinelli, l’uomo di fiducia di Fiorani.
E Spinelli, agli arresti domiciliari per riguardo all’età avanzata, punta il dito contro l’ex amministratore delegato di Bpi: era lui l’organizzatore e l’ideatore dell’associazione criminosa che gestiva operazioni illecite sui conti dei vip. Insomma, era Fiorani il dominus di quella banca nella banca venuta a galla dopo mesi di indagine.
Spinelli specifica meglio i ruoli all’interno dell’orchestra diretta da Fiorani: l’ex direttore Gianfranco Boni era l’esecutore, lui, invece, aveva il compito di contattare i clienti privilegiati. Come il temerario Pacchiarini.
La Forleo gli pone domande per quattro ore, poi saluta i colleghi e va in ferie. Ritornerà ufficialmente il 3 gennaio, ma, naturalmente, il gip potrebbe modificare la sua agenda sulla base delle esigenze dei Pm.
Difficile tentare previsioni, la macchina della Procura è in moto, ma l’impressione è che ci vorrà tempo prima che si vedano i frutti delle confessioni di Fiorani. E questo per due ragioni: l’ex banchiere non ha ancora concluso il suo racconto, la sua deposizione proseguirà nei prossimi giorni, probabilmente nel fine settimana, nel parlatorio di San Vittore. Molti argomenti devono ancora essere dettagliati.
E poi i pm cercano sempre una sponda alle dichiarazioni dell’ex signore di Bpi, vogliono verificare punto per punto le sue accuse. Dunque, è difficile ipotizzare arresti nel breve periodo, anche se le voci si susseguono e si inseguono.
Francesco Greco, il capo del Pool, viene braccato dai cronisti nei suoi spostamenti dentro il palazzo. E allora prova a fissare alcuni paletti. «Le continue fughe di notizie rischiano fortemente di pregiudicare gli sviluppi dell’indagine». Non basta: «Sono state scritte - aggiunge il magistrato - molte inesattezze e cose sbagliate».


In realtà la giornata passa senza grandi scossoni e serve ai Pm per riordinare le idee in vista del nuovo valzer di interrogatori: prima, forse già oggi, Boni, poi Massimo Conti, finanziere e gestore del fondo Victoria & Eagle, infine, in vista del Natale, Fiorani.

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