Va in scena "Anna Karenina". Bufera social: "È filo-Putin"

Violente accuse ai curatori dello spettacolo. La difesa: "Uno strumentale attacco alla cultura"

Va in scena "Anna Karenina". Bufera social: "È filo-Putin"
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Propaganda pro Putin firmata Lev Tolstoj: sarebbe questa la teoria di chi, sul profilo Facebook del Teatro Mario del Monaco di Treviso, si è scagliato contro la messa in scena di Anna Karenina a Treviso. Lo spettacolo vede protagonista Galatea Ranzi e un insieme di interpreti di grande livello, da Paolo Serra nel ruolo di Karenin, a Giacinto Palmarini per quello di Vronskji, a Stefano Santospago che veste i panni di Oblonskij, diretti da Luca De Fusco. Dopo il debutto del 27 marzo nella cittadina veneta sarà in cartellone fino a domani, ma arriva a Treviso dopo una tournée partita nel 2023 e che proseguirà nei prossimi mesi per Napoli, Pisa e Milano. La discussione tuttavia il cui linguaggio volgare e offensivo ha spinto lo Stabile a segnalare i commenti perché il garante consentisse l'oscuramento dei contenuti - si è sviluppata sui social tra i commenti del post di promozione dello spettacolo del Del Monaco e ha avuto toni violenti e offensivi: si sono rilevati attacchi diretti contro il presidente russo Vladimir Putin, contro la cultura russa e in particolare contro la scelta da parte del Teatro Stabile del Veneto, che cura la programmazione del Del Monaco, di mettere in scena il romanzo di Tolstoj, scelta considerata offensiva nei confronti del popolo ucraino.

«Veramente pensiamo che mettere in scena Tolstoj al giorno d'oggi possa essere considerato propaganda?», ha dichiarato Giampiero Beltotto, presidente della Fondazione Teatro Stabile del Veneto. «Quello di cui siamo stati oggetto è un attacco strumentale al teatro e alla cultura. Crediamo che quello che spetta al mondo della cultura sia capire e aiutare a capire ciò che accade nel mondo: è impensabile che la rappresentazione di testi di autori dell'Ottocento possa essere vista come un insensibile attacco nei confronti del popolo ucraino».

Lungi dall'essere attualizzazione, questa edizione di De Fusco porta in scena un testo fedele al capolavoro ottocentesco, sebbene introduca elementi innovativi: «Al di là dei dialoghi, le parti più strettamente narrative o i commenti di Tolstoj sono interpretati dagli stessi attori» ci dicono le note di regia. «I pensieri dei personaggi sono invece detti dai personaggi stessi, seguendo la lezione di Ronconi del Pasticciaccio».

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