Ignazio Mormino
Sono già più di due milioni gli italiani che scelgono ogni anno - per le loro vacanze - lAfrica o lAsia, attirati dal fascino tropicale. Questo «fascino», vero o presunto, si può accompagnare a patologie più o meno serie e comunque sgradevoli.
Il professor Walter Pasini, che dirige il Centro per la medicina dei viaggi dellOms, cita una recente indagine Demoskopea (condotta su un campione di mille persone di tutte le età) che attribuisce ai viaggiatori italiani un alto tasso di incoscienza: sono soltanto 47 su cento, stando allindagine, coloro che si vaccinano prima di partire per destinazioni «esotiche».
Che cosa rischiano? Pasini mette al primo posto la cosiddetta «diarrea del viaggiatore», provocata da un agente batterico, che non uccide ma rovina ogni tipo di vacanza. Basterebbe vaccinarsi prima di partire per evitare questa complicazione.
Al secondo posto cè la malaria, una patologia quasi scomparsa in Europa ma pericolosamente presente in Africa (dove fa ogni anno 3 milioni di vittime) e in Asia. Le vacanze «con malaria» interessano, nel corso di un anno, cinquemila italiani. Esiste non un vaccino ma una profilassi che garantisce di evitare questa malattia molto insidiosa: curata tardi o curata male, può infatti rivelarsi mortale. Sui mille soggetti intervistati da Demoskopea, trecento hanno affermato che la temono, tuttavia, solo settanta di quei trecento hanno scelto di sottoporsi alla profilassi antimalarica prima di partire. Temono di più le epatiti (di tipo A o di tipo B), il colera, il tifo, la febbre gialla, questultima molto diffusa nellAfrica sub-sahariana.
Pasini ricorda che su Internet sono a disposizione di tutti il sito www.vaccinazionieviaggi.it ed il sito www.ministerosalute.it che contiene una sezione dedicata alla prevenzione di tutte le malattie. Novartis Vaccines, inoltre, offre gratuitamente ogni tipo di consulenza con gli specialisti del Centro di medicina dei viaggi più vicino al domicilio di chi deve partire.
Naturalmente, non bisogna cercare questo tipo di contatto cinque o sei giorni prima di lasciare lItalia, Unadeguata profilassi (vaccinale o farmacologica) deve essere fatta con almeno trenta giorni di anticipo.
Sul piano dei vaccini, vale la pena ricordare lultimo nato (nome chimico: rabipur) che impedisce di contrarre la rabbia, diffusa sia nel continente africano che nel Sud-Est Asiatico. Si tratta duna malattia che, una volta diagnosticata, non offre possibilità di cure: infatti si rivela letale nel cento per cento dei casi. Cani, sciacalli e volpi la trasmettono con i loro morsi.
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