«Sono avvilito». La fotografia del momento no dell'Italia ai Giochi di Vancouver si rispecchia nell'espressione mesta del presidente del Coni, Gianni Petrucci, dopo che anche l'illusione di portare una medaglia dal gigante è sfumata.
«Ho problemi di pressione», dice quasi prendendo alla larga il discorso del suo inevitabile disappunto per come stanno andando le cose mentre è a tavola nella casa Italia allestita a Whistler. Per giunta, via tv, le immagini della prima esibizione di Carolina Kostner non confortano. «Problemi di pressione che a Roma non ho mai, ma che ho ad ogni Olimpiade», aggiunge il presidente del Coni, per precisare subito dopo: «Indipendentemente dai risultati».
Ecco, i risultati: proprio non ci sono. Ed allora viene fuori tutto d'un fiato quel «sono avvilito» che certifica la situazione psicologica di tutti gli sport invernali azzurri a questi Giochi. «Non è questo il momento di fare processi, né tantomeno bisogna crocifiggere nessuno», afferma il presidente Fisi Giovanni Morzenti. «Sono un po' arrabbiato e un po' deluso dai risultati dello sci alpino, però non credo sia il caso di prendere di mira nessuno in questo momento. Anche perché l'Olimpiade non è finita. Le scelte tecniche competono al Consiglio federale e sarà semmai lo stesso Consiglio federale a fine stagione a trarre delle conclusioni. In questo momento, bisogna rimanere uniti e concentrati fino alla fine delle gare».
Sì, le Olimpiadi non sono finite e per lo sci alpino tocca ora al gigante donne. Sono loro ad essere chiamate a difendere l'onore dello sport azzurro. Petrucci ed i massimi vertici Fisi saranno anche oggi in tribuna a fare il tifo.
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