Fuori dal Conclave l'uomo che fece eleggere Papa Francesco: cosa cambia

Compiuti gli 80 anni, il cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga perde il diritto a votare il nuovo Papa. Ma i bergogliani si rafforzano: ecco come cambia il collegio cardinalizio senza il fedelissimo del Papa

Fuori dal Conclave l'uomo che fece eleggere Papa Francesco: cosa cambia

In gergo giornalistico viene spesso chiamato il club più esclusivo del mondo. È il collegio cardinalizio che assiste il Papa nel governo della Chiesa universale e di cui fanno parte gli elettori del suo successore. Fu Paolo VI ad escludere dall'ingresso in Conclave i cardinali che hanno compiuto gli 80 anni di età con il motu proprio Ingravescentem aetatem e Giovanni Paolo II mantenne questa soglia nella costituzione apostolica Universi Dominici gregis nonostante le forti pressioni ricevute negli anni e che sfociarono persino in una lettera-appello con richiesta di rimuovere quel divieto.

Nell'ultimo mese sono stati due i cardinali a spegnere le ottanta candeline e perdere dunque il diritto al voto attivo in un futuro Conclave: l'italiano Angelo Bagnasco, già presidente della Cei ed arcivescovo emerito di Genova, e l'honduregno Óscar Rodríguez Maradiaga. Quest'ultimo è un nome che pesa nell'attuale pontificato e non solo perché fa parte ed è coordinatore del Consiglio dei cardinali creato nel 2013 per coadiuvarlo nel governo della Chiesa (sebbene questa funzione sia tradizionalmente affidata nell'organizzazione costituzionale all'intero collegio cardinalizio).

Il ruolo nel Conclave

Maradiaga, infatti, è stato secondo molte ricostruzioni l'uomo a cui Jorge Mario Bergoglio deve l'elezione al soglio pontificio. Quello che in gergo si definisce il popemaker, capace di convogliare consensi sull'allora arcivescovo di Buenos Aires e soprattutto di parare i colpi nei momenti più difficili del Conclave, quando iniziò a circolare la voce sui presunti problemi di salute di Bergoglio e fu lui stesso ad andare a chiedere al diretto interessato se ci fosse qualcosa di vero.

Dopo l'elezione in Cappella Sistina, il cardinale honduregno non ha smesso di fare da scudo al Pontefice argentino in questi quasi dieci anni. Lo ha difeso nei frangenti più difficili, ad esempio all'indomani delle accuse di monsignor Carlo Maria Viganò sulla presunta copertura dell'ex cardinale Theodore McCarrick e dopo lo scoppio dello scandalo del palazzo di Londra. Maradiaga, inoltre, ha anticipato le linee programmatiche dell'azione di governo di Francesco sul fronte finanziario, amministrativo e pastorale. Non a caso, il cardinale Gerhard Ludwig Müller nel suo recente libro In buona fede. La religione nel XXI secolo (Solferino) scritto con Franca Giansoldati lo ha definito "grande elettore" e "quasi suo portavoce".

Il fedelissimo

L'honduregno, dunque, è l'uomo più fidato di Francesco come dimostra anche il fatto che nonostante abbia superato da un pezzo i 75 anni canonici per andare in pensione come vescovo, sia ancora alla guida dell'arcidiocesi di Tegucigalpa. Ora, però, il raggiungimento degli 80 anni gli impedirà di entrare in Conclave e di poter eleggere il successore del Papa da lui fortemente voluto e sostenuto. Tuttavia, pur non potendo votare, i cardinali ultraottuagenari possono partecipare alle congregazioni generali che si sono rivelate in passato determinanti per l'elezione del nuovo successore di Pietro. Come raccontò lo stesso Maradiaga nel libro di Fabio Marchese Ragona Tutti gli uomini di Francesco" (Edizioni San Paolo), è proprio in quell'occasione che l'allora cardinale Bergoglio colpì la maggioranza dei suoi confratelli elettori con un discorso programmatico sulle cose che il futuro Papa avrebbe dovuto realizzare.

Come cambia il Sacro Collegio

Non solo Maradiaga che ha raggiunto la fatidica età lo scorso 29 dicembre. Nel 2023, infatti, oltre all'honduregno e ad Angelo Bagnasco saranno altri dieci i cardinali che compiranno gli 80 anni e perderanno il diritto a partecipare al futuro Conclave. Buona parte di loro hanno ricevuto la porpora dai due predecessori di Francesco: gli italiani Domenico Calcagno, Crescenzio Sepe, Giuseppe Versaldi e Angelo Comastri; il ceco Dominik Duka; l'argentino Leonardo Sandri; il peruviano Juan Luis Cipriani Thornes. A questi nomi vanno aggiunti quelli del maliano Jean Zerbo, il sudcoreano Andrew Yeom Soo-Jung e il bengalese Patrick D'Rozario che sono stati creati cardinali da Francesco. Con la sola eccezione di Zerbo, tutti i futuri ottuagenari sono già emeriti. Si tratta di profili non pienamente identificabili con l'indirizzo dell'attuale pontificato.

Considerata la media di questi dieci anni, è possibile che Francesco annunci anche nell'anno in corso un concistoro per la creazione di nuovi cardinali dando così al collegio degli elettori una fisionomia ancor più gradita rendendo più facile una scelta di continuità nel futuro Conclave.

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