Mancano pochi giorni all'insediamento di Donald Trump, ma le relazioni tra Casa Bianca e Vaticano sono osservate speciali. Durante la prima presidenza del tycoon erano già emerse tensioni con la Santa Sede sulla Cina e sui migranti. Il nuovo mandato non è iniziato sotto i migliori auspici per ciò che riguarda il rapporto con il Papa. Trump ha designato come ambasciatore presso la Santa Sede Brian Burch, leader dell'associazione cattolica d'orientamento conservatore CatholicVote che vive con insofferenza l'indirizzo dell'attuale pontificato. Francesco ha dato prova di non aver gradito questa nomina, scegliendo come nuovo arcivescovo di Washington il cardinale Robert McElroy, figura molto discussa nella Chiesa per le sue posizioni liberal e per non aver incontrato uno psicoterapeuta che gli segnalò le molestie sessuali dell'ex cardinale Theodore McCarrick due anni prima dello scoppio dello scandalo a lui relativo.
Il cardinale anti-Trump
McElroy, che prende il posto del cardinale Wilton Daniel Gregory, è da sempre uno dei prelati più critici di Trump. Già nel 2016, l'allora vescovo di San Diego prometteva una mobilitazione di massa contro le politiche migratorie del tycoon. Secondo un retroscena dell'informato portale americano The Pillar, il Papa avrebbe optato per McElroy dopo aver saputo della nomina di Burch a nuovo ambasciatore presso la Santa Sede. Il cardinale Blase Joseph Cupich, influente arcivescovo di Chicago, avrebbe convinto Francesco che la scelta di Trump sarebbe stata una provocazione a cui dover rispondere scegliendo per Washington proprio un nome a lui sgradito. Quello di McElroy, inizialmente messo da parte nonostante la sponsorizzazione di Cupich perché la Segreteria di Stato e il nunzio apostolico negli States, il cardinale Christophe Pierre avevano convinto il Papa ad evitare uno scontro immediato con la nuova amministrazione repubblicana.
Scontro già in atto
Durante un evento al Centro Studi Americani, il capo centro della Cia in Italia dal 2003 al 2008, Robert Gorelick ha commentato la situazione, sostenendo che ''Trump e Bergoglio hanno già riaffermato l'ostilità reciproca''. Secondo l'ex funzionario, lo scontro tra Santa Marta e Casa Bianca sarebbe già in atto per via delle nomine di Burch e McElroy ed aumenterà in futuro sul dossier cinese. Nel 2020 la firma dell'accordo provvisorio sui vescovi era stato all'origine di un incidente diplomatico senza precedenti tra la Santa Sede e la prima amministrazione Trump. "Un punto di incontro, invece, ci potrà essere sull'approccio alla guerra in Ucraina e sulla questione dell'ideologia di genere'', ha osservato Gorelick per il quale "i cattolici americani sono più vicini a Trump che a Papa Francesco''.
E in effetti il candidato repubblicano ha conquistato il maggior numero dei cattolici alle ultime elezioni presidenziali, nonostante il voto fosse in qualche modo anche una forma di giudizio sulla presidenza del secondo presidente cattolico alla Casa Bianca, Joe Biden. Merito che il tycoon ha attribuito anche a Burch e che ha consentito a quest'ultimo di guadagnarsi la nomina ad ambasciatore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.