"Trappola" belga per il Papa. E lui reagisce lodando il re anti-aborto

Francesco trova un clima poco familiare in Belgio tra richieste di ordinazione femminile, attacchi sul dossier abusi, diritti lgbtq. E si scopre "conservatore"

"Trappola" belga per il Papa. E lui reagisce lodando il re anti-aborto

Dopo il bagno di folla di Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore, la doccia fredda del Nord Europa. Il viaggio in Belgio per i 600 anni dell'Università di Lovanio - con toccata e fuga nel Lussemburgo del fidatissimo cardinale Jean-Claude Hollerich - sta riservando più di un'amarezza a Francesco. L'esordio è stato tutto un programma: nel suo discorso di benvenuto a Palazzo di Laeken, il primo ministro Alexander De Croo si è permesso di tirare le orecchie pubblicamente all'illustre ospite attaccando a testa bassa la Chiesa sul tema abusi e adozioni forzate.

L'attacco del primo ministro

De Croo, esponente di un partito che in Europa fa parte del gruppo di Emmanuel Macron, ha sentito il dovere di puntare l'indice contro la Chiesa, dicendo che "oggi le parole non bastano più. Sono necessarie misure concrete" e intimando al Papa di ascoltare le vittime dal momento che questo "non è solo un obbligo morale, ma è anche un passo necessario per riconquistare la fiducia" perché "per poter guardare di nuovo al futuro, la Chiesa deve fare i conti con il suo passato". Un grave sgarbo diplomatico nei confronti di un sovrano di uno Stato indipendente in visita e un comportamento offensivo verso il capo spirituale della religione più diffusa in Belgio. L'idea che un primo ministro, per mero esibizionismo mediatico e calcolo politico, possa arrivare a pronunciare un rimprovero così plateale in faccia al Papa dà l'idea di quanto si sia indebolita l'influenza della Chiesa in un Paese storicamente cattolicissimo. Anche perché Francesco aveva preparato questo viaggio senza alcuna intenzione di nascondere la polvere sotto il tappeto: c'è stato un incontro con 17 vittime di preti pedofili e un discorso in cui ha detto che la piaga degli abusi commessi da sacerdoti è una vergogna, dichiarandosi anche rattristato per il fenomeno delle adozioni forzate tra gli anni '50 e '70 ai danni di ragazze madri. Proprio in quel periodo, peraltro, in Belgio quelle autorità statali - oggi rappresentate da De Croo - permettevano l'allestimeno di zoo umani nel corso dell'Expo di Bruxelles del 1958. Discutibile, quindi, il pulpito da cui arriva la morale sul passato della Chiesa al Papa.

La "trappola" dell'Università

Si poteva evitare questo viaggio? Forse l'anziano Pontefice non è stato preservato abbastanza in una tappa che si è dimostrata ostica e che dopo il buon esito degli undici giorni tra Asia e Oceania non era poi così necessaria. Nella preparazione dell'agenda ci si è soffermati di più sui cosiddetti "fuori programma" che però ormai non fanno più notizia, senza badare agli incidenti che hanno atteso il Pontefice. Non c'è stato solo il primo ministro, ma persino il rettore dell'Università di Lovanio, Luc Sels - nonostante il grande onore che Francesco gli ha concesso recandosi di persona per l'anniversario della fondazione dell'ateneo - si è sentito il dovere di mettere in imbarazzo l'ospite tirando fuori due argomenti caldissimi come l'ordinazione femminile e la questione arcobaleno. "La Chiesa non potrebbe essere una comunità più accogliente se ci fosse un ruolo importante per le donne, incluso il sacerdozio?", ha detto il rettore chiedendosi poi se "la Chiesa non guadagnerebbe maggiore moralità nel nostro angolo del mondo" se "offrisse una maggiore apertura alla comunità Lgbtqia+?". Ieri il Papa, reduce dalle intemerate di De Croo e Sels, ha reagito tirando fuori la sua anima più "conservatrice". Al clero incontrato nella basilica di Bruxelles ha precisato che "il processo sinodale dev'essere un ritorno al Vangelo; non deve avere tra le priorità qualche riforma 'alla moda', ma chiedersi: come possiamo far arrivare il Vangelo in una società che non lo ascolta più o si è allontanata dalla fede?". E tra le riforme 'alla moda' che qualcuno sperava di vedere realizzate con il Sinodo c'erano proprio i due argomenti invocati dal rettore Sels. Nel pregare sulle tombe della casa reale del Belgio, il Papa ne ha avute anche per il potere politico. La Sala Stampa della Santa Sede ha fatto sapere che "il Papa si è fermato davanti alla tomba di Re Baldovino in silenziosa preghiera. Successivamente, davanti al Re e ai presenti, ne ha elogiato il coraggio, quando scelse di 'lasciare il suo posto da Re per non firmare una legge omicida'". Nel 1990 il defunto sovrano si autosospese dal trono per due giorni per non promulgare la legge sull'aborto. La nota della Sala Stampa, piuttosto significativa all'indomani dell'eco per le parole dure del primo ministro, è continuata riportando che "il Papa ha esortato i belgi a guardare a lui in questo momento in cui si fanno strada leggi criminali, auspicando che proceda la sua causa di beatificazione".

Il legame con Giovanni Paolo II

Bergoglio non è il primo papa ad elogiare l'esempio di Baldovino in una visita apostolica in Belgio: lo fece nel 1995 Giovanni Paolo II definendolo "il cristiano che, in stretta unione con la Regina Fabiola, seppe servire i suoi concittadini con una dedizione realmente evangelica".

Proprio nel giorno della partenza per questo viaggio che finirà oggi, in Italia è uscito un libro dedicato al Santo polacco dal titolo "La meta è la felicità" (pubblicato da Ares a cura di Marina Olmo), una completa raccolta di sue frasi - per lo più inedite in italiano - per la quale Francesco ha voluto scrivere la prefazione, sostenendo che "San Giovanni Paolo II, nonostante il tempo trascorso dal suo pontificato, continua ad essere fonte di ispirazione e ad attrarre le persone a Cristo con il suo stile di vita, con la profondità del suo insegnamento e con la sua capacità di farsi prossimo alla vita delle persone. Nel mondo di oggi, così inquieto e imprevedibile, abbiamo particolarmente bisogno del suo esempio e della sua paternità".

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