Vegas: «Fonsai? Ai Ligresti più nessun vantaggio» Bagarre in Borsa (+13%)

Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, rivendica la correttezza della linea «interventista» seguita dalla Commissione nell’accompagnare il progetto di salvataggio di Fonsai architettato da Unipol e approva la cancellazione della buonuscita da 90 milioni inizialmente accordata ai Ligresti. L’offensiva è avvenuta ieri pomeriggio al Senato. Dopo gli strali piovuti da più parti per il dialogo avviato dall’Authority con Unipol e Fonsai (accompagnate da Mediobanca e Unicredit) per modificare l’impianto originario ed evitare l’obbligo di Opa, Vegas ha negato che il nuovo piano assicuri ancora vantaggi alla famiglia Ligresti. Poi, bersagliato dalle domande dei senatori, ha detto che sull’acquisto della holding Premafin «non c’è» alcuna «proposta definitiva depositata» presso la Consob e che quindi il quadro potrà «ancora cambiare».
Il riferimento è al quesito che Bologna si accinge a presentare alla Commissione per avere certezza di non dover procedere a un’Opa a cascata su Fonsai e la controllata Milano Assicurazioni, ma nelle sale operative l’eco giunge differente, trova terreno fertile per rafforzare la prospettiva che tutto è ancora in discussione. Fonsai chiude con balzo del 13% mentre passa di mano il 4% del capitale: da martedì la capitalizzazione del gruppo è lievitata del 40% (9% i volumi complessivi). Bene è andata anche Unipol (+3,87%) su cui si sono accesi i riflettori di Moody’s (che ha messo sotto osservazione il rating Baa2 della compagnia bolognese in vista di un possibile downgrade) e di S&P che ha confermato il creditwatch negativo.
Il bilancio finale di Fonsai in Borsa è però l’esito di una bagarre iniziata la mattina, quando il titolo ha strappato per mano di due grandi broker internazionali che si sono precipitati a chiudere le rispettive posizioni short.
Con il passare delle ore l’euforia si è auto-alimentata, le voci sul presunto intesse di Axa si sono sommate all’arrivo di un’Opa dall’estero e a quelle circa la discesa in campo della Sator di Matteo Arpe (indiscrezione risultata poi priva di fondamento). Il titolo resta incandescente, sebbene - notano alcuni analisti - sia molto difficile pensare a un’offensiva visto che il pacchetto di maggioranza di Fonsai custodito da Premafin è appannaggio delle banche creditrici dei Ligresti e che i covenant sono tanto tesi da mettere in discussione la stessa titolarità dei diritti di voto, al momento ancora a disposizione della famiglia siciliana.
Senza contare che Parigi avrebbe già fatto capire all’amministratore delegato Carlo Cimbri di essere interessata a rilevare gli «sfrisi» che risulteranno dalla tornitura della grande Unipol per mano dell’Antitrust, a partire da alcune reti come quelle di Liguria, Sasa o La Previdente. Il gruppo parte con una massa critica potenziale del 37% in termini di quota di mercato, ma con ogni probabilità ci sarà già una «dieta pilotata» conseguente alla pulizia del portafoglio avviata da Cimbri proponendo alla rete di vendita di Unipol un sistema molto premiante solo per i più performanti. Praticamente scontata la reazione in uscita degli agenti del gruppo Fonsai, così come il top management non potrà che mettere ordine tra i marchi e le quattro sedi del gruppo alla ricerche delle sinergie pretese dal mercato.
A palazzo Madama, Vegas si è tolto comunque più di un sasso dalla scarpa, ha rimarcato che Consob controlla le operazioni di mercato e non lo può fare «solo quando i polli sono scappati». Per questo - ha sottolineato l’ex viceministro - l’Authority «incontra tutti quelli che chiedono di essere incontrati e di esporre dei programmi». Quindi la nota sarcastica sulla penalizzazione della famiglia Ligresti implicita nel piano definitivo di Unipol che, dopo la correzione concordata con la Commissione, non prevede più compensi straordinari per l’ingegnere di Paternò.

«Constato - ha detto Vegas - che la seconda proposta che è stata avanzata sembra escludere dal novero di quelli che si avvantaggiano della nuova procedura l’originaria famiglia titolare di Premafin e Fonsai. Capisco che possano esserci rimpianti per questo ma non me ne dolgo».

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