Il Financial Times sbatte in prima pagina lItalia delle veline e racconta agli inglesi che dalle nostre parti la donna è ormai oggetto di mercato. Anziché emanciparsi, è diventata il frutto di una cultura capitalistica, con tutte le caratteristiche antropologiche dellhomo oeconomicus. Si parla di fine del femminismo, anche se sarebbe più corretto parlare di fine del pudore. Un fenomeno comune a tutto lOccidente, a dispetto di quanto sostiene il giornalista.
Del resto, basta fare una puntatina a Londra, nel quartiere di Soho. Il contesto è pittoresco, ma bisogna essere di vedute larghe. Comunque lomologazione in Europa come in America è un dato di fatto e assumere toni moralistici somiglia a un sussulto di vecchio puritanesimo. Dallostentazione sulle spiagge alle strade del vizio, dai film osé ai cartelloni pubblicitari, dagli spot ai calendari, è tutto un mettere in mostra anatomie compiacenti, spaziando nel recinto divelto del pudore.
A New York un pastore protestante ha ottenuto il sequestro di una pubblicità di sanitari perché ostentava un gruppo di terga. I produttori sono insorti, gridando alla lesa creatività. Da quando in qua larte deve avere divieti? Lartista non è una sorta di dio, al di là del bene e del male? Anche per la trasgressione si va in cerca di giustificazioni... teologiche.
In realtà ognuno è diventato dio di se stesso. Anche i gay beccati dai carabinieri di Roma durante una fellatio dovevano essere convinti che il pudore è un concetto tabù e che il limite si decide in libertà di coscienza. Dietro ai fenomeni che oggi ci lasciano perplessi, è proprio il pudore la categoria culturale che è venuta meno. Una rivoluzione cominciata a fine anni 60 quando, con lesplosione dei consumi, la società avvertì il peso del puritanesimo borghese e del potere inibitorio-repressivo nascosto dietro il pretesto di controllare gli istinti. Il «tutto lecito» e il «vietato vietare» furono apripista di un sentire dove tutto poteva essere visto e fatto, senza limiti morali e sociali.
Prendeva il via unepoca in cui nulla doveva essere nascosto, alla ricerca di qualcosa che ancora non era stato mostrato. Questa nuova cultura, che toglieva ogni barriera, è penetrata tra media e pubblicità, comportamenti privati e pubblici. Da soli o a sciame, per dirla con Bauman, ormai siamo tutti convinti che gli steccati siano sintomi patologici rivelatori di qualche complesso. Limportante è il nuovo in quanto nuovo, il non detto in quanto non ancora detto, alla ricerca del botto di originalità, spesso cercato in costruzioni immorali. Tutto il resto, letica e il buon senso, passano in secondo piano.
brunofasani@yahoo.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.