È partito come un tam tam tra i circa 400 inquilini. Poi le voci sono diventate una certezza. E una paura. Il Pio Albergo Trivulzio ha deciso di vendere i gioielli di famiglia per far quadrare i conti. È intenzionato infatti ad alienare 6 stabili particolarmente pregiati di sua proprietà, palazzi che si trovano in vie prestigiose della città e che da decenni l'ente benefico ha dato in affitto. Si trovano in via Mirabello 1 e 5, via Moscova 25, via del Carmine 1, via Poma 48 e via Bassi 22. Tra gli inquilini, tanti sono anziani, e tanti fra loro sono anche in difficoltà economiche. Tutte persone che difficilmente potrebbero permettersi una casa a Milano con gli attuali prezzi di mercato. Tra loro qualcuno si è visto già recapitare lo sfratto, qualcun altro con i contratti in scadenza non è riuscito ancora a farselo rinnovare, con il timore più che concreto di vedersi obbligato a lasciare la casa.
La delibera di quello che, come fanno notare gli inquilini è un ente benefico, è stata firmata ad ottobre, con l'idea di «dare atto» entro il 2023. Tanto che il consiglio direttivo del Pio Albergo Trivulzio, l'aveva messa al punto 5 dell'ordine del giorno proprio dell'incontro programmato per oggi nell'ambito della discussione sul budget dell'anno. Ma ieri la questione è approdata in un'apposita commissione del Comune alla quale erano presenti oltre ad alcuni inquilini, l'assessore alla Casa Pierfrancesco Maran, molti consiglieri di maggioranza e opposizione, Carlo Monguzzi, il primo ad essere investito del problema proprio dagli affittuari più anziani.
Nell'occasione era stato invitato anche il direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, Giuseppe Calicchio che ha risposto alle domande dopo aver fatto una panoramica della situazione economica dell'ente. A lui alla fine è stato chiesto un impegno a congelare la delibera. Una richiesta che ha trovato compatta destra e sinistra in Comune. Tanto che al termine, con un Carlo Monguzzi (Verdi) che si è definito «non rassicurato» così come Chiara Valcepina (Fratelli d'Italia) «non tranquilla», è stato deciso di condividere un ordine del giorno, firmato da maggioranza e opposizione, da portare già in consiglio comunale già oggi per bloccare la vendita. «Mi auspico che queste persone non vengano messe in mezzo alla strada perché stiamo parlando della casa, uno dei beni più importanti e non possono restare sospesi», ha commentato Stefania Orefice, presente in rappresentanza del municipio 1. «Credo sia necessario evitare di trovarsi di nuovo di fronte a situazioni come per le case ex Enpam.
Non deve essere possibile cedere immobili con all'interno centinaia di affittuari. Si tratta di case pubbliche, vanno valutate quindi tutte le possibili soluzioni alternative per evitare la vendita», ha concluso l'assessore Pierfrancesco Maran.
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