Il venerdì nero dei trasporti: in sciopero Atm, Nord e Alitalia

Nessuna corsa garantita. Il blocco di mezzi e treni regionali potrebbe saltare in caso di accordo col governo. Ottimisti i sindacati

Giovanni Buzzatti

Da Roma arrivano segnali incoraggianti. «Le posizioni si sono molto ravvicinate» ha detto ieri il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, che spera di raggiungere entro oggi l’accordo con i sindacati degli autoferrotranvieri per il rinnovo del loro contratto nazionale. Sarà l’unico modo per scongiurare lo sciopero di 24 ore di tram, autobus e metrò dell’Atm e dei treni delle Ferrovie Nord in programma domani. Un blocco che si farà sentire: non ci saranno corse garantite negli orari di punta, né collegamenti con gli aeroporti.
Non andrà meglio a chi deve partire da Malpensa e Linate con voli Alitalia. Domani protestano i principali sindacati di piloti, personale di terra e assistenti di volo della compagnia, tanto che Alitalia prevede «forti disagi».
Gli stessi che incontreranno pendolari e milanesi per la protesta dei conducenti di Atm e Ferrovie Nord. Il blocco doveva scattare ieri ma i passi avanti nella trattativa con il governo hanno convinto i sindacati a farlo slittare di due giorni. «Il governo ha trovato i fondi, ora tocca alle Regioni fare la loro parte» spiegano Cgil e Cisl, ottimiste sulla possibilità di «chiudere» entro oggi (e revocare così lo sciopero di domani). E se non succederà? La Cgil trasporti è preoccupata: «Confido che il governo non voglia esasperare il conflitto, la tensione è al punto più alto - spiega Nino Cortorillo, segretario milanese del sindacato -. Se non otteniamo quanto richiesto dopo aver rinviato la protesta di 48 ore, ci saranno problemi. E non solo domani».
Il sindacalista allude a scioperi incontrollati di più giorni, come successe tre anni fa. «Io non credo andrà così - ribatte Dario Balotta della Cisl -. Ci sarà uno sciopero massiccio e basta».
Per domani è previsto è anche lo sciopero dei Cobas. I sindacati di base hanno già detto che la protesta si farà, qualunque cosa succeda a Roma. E c’è il timore che ai Cobas (esclusi dal tavolo col ministro) possano unirsi gli scontenti dell’eventuale intesa nazionale. I tranvieri chiedono 111 euro di aumento al mese, tra i confederali c’è chi sarebbe disposto a chiudere a quota cento. «E se ci arriviamo, non ci sarà motivo per scioperare».
Lo sperano anche i milanesi, che stavolta non potranno contare su fasce protette e corse garantite. L’Atm le ha escluse per domani, dopo averle previste per la protesta che doveva scattare ieri.

«Che cosa è cambiato? Nulla, noi in entrambi i casi ci siamo detti disposti a garantire solo i trasporti scolastici e per gli invalidi» spiega Nino Cortorillo della Cgil. «A livello nazionale si è deciso per uno sciopero senza fasce di garanzia, Milano non poteva e non può fare eccezione» conclude Balotta.

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