La Ventura: quegli sms, un’inutile crudeltà

da Roma

Gli sms «galeotti» scambiati con Giorgio Gori e pubblicati sui giornali «oltre che una cosa crudele furono soprattutto inutile, incomprensibile, fatta solo per vendere qualche copia in più»: a ricordare uno dei momenti più difficili della sua vita privata è Simona Ventura, intervistata ieri a Domenica in da Mara Venier. La Ventura ha detto che c’è stato un momento in cui «per i miei detrattori, nel privato e nella professione, ero finita e si sa che quando un animale è ferito arrivano le iene che sentono il sangue, le stesse che quando le cose vanno bene sono talpe che vanno sotto terra». Per fortuna, ha raccontato, »ci sono stati la famiglia e gli amici, soprattutto Ana Laura Ribas e Flavio Briatore: sono andata da lui in Kenya con 42 di febbre, l'unica volta nella vita in cui ho pensato di crollare. Avevo ricevuto legnate a iosa, ho sopportato provocazioni inaccettabili, ma ho capito che non dovevo reagire.

Il problema è che non capivo certa crudeltà esercitata solo per vendere giornali: quella dei messaggini è stata una cosa inutile, che non serviva, solo crudele. In quell'occasione Briatore, che certo non si può dire che ami i bambini, si è anche occupato dei miei due figli, è stato eccezionale».

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