Verdini attacca: "Non ho tesoretti. Basta con il gioco al massacro"

Il coordinatore del Pdl reagisce alle accuse: "Macché fondi neri all’estero. I magistrati indaghino pure, dimostrerò a tutti la mia innocenza"

Verdini attacca: "Non ho tesoretti. Basta con il gioco al massacro"

Roma - «Accertate pure: non ho “tesoretti”, né fondi neri all’estero. Basta con questo indegno gioco al massacro». È quasi una sfida quella di Denis Verdini, che reagisce così alle notizie su alcuni giornali di urgenti rogatorie internazionali chieste dalle procure di Perugia e Firenze in Lussemburgo, Svizzera e San Marino.

Dovrebbero accertare l’esistenza di denaro, gioielli e opere d’arte nascosti all’estero dal coordinatore del Pdl e da altre 15 persone coinvolte nelle inchieste sugli appalti per il G8. Nella lista ci sarebbe tutta quella che è stata definita la «cricca»: Angelo Balducci, Fabio De Santis, Mauro Della Giovampaola, l’ex pm Achille Toro e il figlio Camillo, il costruttore Riccardo Fusi, l’imprenditore Diego Anemone, il suo commercialista Stefano Gazzani e il suo fidato «don Bancomat» Evaldo Biasini.

I magistrati Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi hanno chiesto l’intervento dell’Ufficio internazionale antifrode per trovare, bloccare e confiscare eventuali fondi neri. Fanno accertamenti patrimoniali anche in Tunisia, Belgio, Francia. Vogliono scoprire se ci sono conti segreti e se sono stati occultati, grazie a una società creata ad hoc, profitti illeciti, frutto di corruzione, irregolarità negli appalti e truffa a danno di finanziamenti pubblici sia italiani che Ue. Hanno anche il sospetto, scrivono ai colleghi stranieri e ai vertici bancari, di collegamenti con la criminalità organizzata.

Di fronte ad accuse così gravi, Verdini critica l’ennesima violazione del segreto istruttorio e il suo coinvolgimento nello scandalo, che vede legato al ruolo politico nel Pdl. Ma aggiunge: «Ben vengano le rogatorie internazionali. Proveranno, al di là di ogni ragionevole dubbio, la mia estraneità ai fatti. Anzi, per sgombrare il campo da ogni sospetto, sono io che offro alla magistratura la mia più completa collaborazione e autorizzo preventivamente e fin da adesso ogni indagine». Ma quali conti correnti, caveau con opere d’arte e gioielli all’estero, commenta anche avvocato del parlamentare, Marco Rocchi, «dalle rogatorie internazionali non emergerà nulla».
Verdini deve difendersi anche dagli attacchi di un’altra procura, quella di Roma, che indaga sull’eolico in Sardegna. Il coordinatore del Pdl è indagato per lo scandalo delle energie rinnovabili con altre sette persone, dall’affarista Flavio Carboni al presidente della Regione, Ugo Cappellacci.

Il pm Giancarlo Capaldo dice che «entro un mese» l’inchiesta potrebbe chiudersi. E mette in guardia dalle strumentalizzazioni «Non tutto è stato riportato in maniera corretta dai giornali. Forse in maniera involontaria, forse scientemente».

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