La verifica Il traghetto per la Sardegna? Né caro né scomodo

È proprio vero che, per questa tormentata stagione estiva, sia così disagevole andarsene a fare una gran bella vacanza in Sardegna? Per certi versi sicuramente sì. Le polemiche sono esplose, i costi aumentati a dismisura, navi prese in affitto, orari sfasati. Tutto vero, ma qualche eccezione, in verità c’è. L’esperienza che vi raccontiamo vuole in un certo senso sfatare tante voci, tanti disagi, tante polemiche. E l’eccezione, se così si può dire, si chiama «Tirrenia», la antica e storica società di navigazione che negli anni Settanta/Ottanta ha vissuto gli anni più belli, considerata l’unico mezzo di trasporto via mare: altri tempi, si dirà, è vero, altre organizzazioni, altre strategie di viaggio. Oggi però non sembra sia cambiato molto: abbiamo viaggiato per quattro volte, nei giorni scorsi, sulla tratta Genova-Olbia e ritorno. Proprio sull’«Aurelia», una delle storiche navi di quegli anni (quando si chiamavano «Strada») e dobbiamo dirvi che è stato un viaggio del tutto piacevole, in perfetto orario, con accoglienza di tutto rispetto.
Partenza da Genova ore 18 (in perfetto orario), arrivo ad Olbia ore 9 della mattina successiva. Costo del biglietto, per un singolo passeggero con cabina di prima classe 113 euro. Cabina dignitosa, pulita, oblò esterno, dotata di ogni servizio.
Personale professionalmente a posto: gentile, accogliente, disponibile. Un grande salone, illuminato, televisione che funziona benissimo (non succede quasi mai), bar ristoro, ristorantino di lusso, servizi igienici in perfetto ordine. Parliamo col commissario di bordo Ferdinando Buovolo, un gentiluomo che accoglie i passeggeri con grande garbo, quasi si fosse su una crociera di lusso, disponibile, pronto a risolvere qualsiasi problema.
È un «tirreniano» degli anni Ottanta, ha navigato per anni, una lunga esperienza sui mari del mondo. Sampdoriano convinto, fra tre anni chiuderà probabilmente la sua lunga carriera (la sua speranza è di andarsene in Messico a vivere con la sua bella figliola). Dice: «In un momento così delicato l’accoglienza del passeggero è molto importante. Chi sale sulle nostre navi è in genere un cliente di anni, dunque ci è affezionato. Bisogna seguirlo e rendergli il viaggio il più sereno possibile».
Accanto a lui gli altri ufficiali, pronti anche loro a dare il contributo necessario. La Tirrenia, si sa, non vive momenti felici, non si è ancora capito bene cosa accadrà, privatizzazione, cessione a qualche «squalo del mare»? Va detto che, rispetto alle altre società di navigazione, la Tirrenia ha i prezzi più bassi, «Da anni - dice il commissario Buovolo - le tariffe non sono ritoccate».
Mediamente si calcola che i costi in Tirrenia siano la metà rispetto agli altri traghetti. Ma quello che è parso a noi è il clima che si respira sulla nave, guidata dal sobrio e rigoroso comandante Pasquale Celentano (un napoletano di poche parole, ma attento a che i suoi uomini si muovano con professionalità massima): sembra di essere tornato agli anni Ottanta, quando Genova era il porto più vivo, da dove solo la Tirrenia faceva partire le sue navi, sia per Olbia che per Porto Torres. Quando alla guida della società c’era il mitico Comandante Bubbi e, come braccio destro, l’indimenticabile Bussotti.
Ebbene quel clima, quel mondo, quegli uomini sembravano ritornati, viaggiando in questi giorni verso la Sardegna.

Così come lo stesso direttore di macchina Giovanni Callori (guarda caso di Chiavari e sampdoriano pure lui) si unisce allo staff dell’«Aurelia» con amore e tanta passione.
Insomma: sembrerà strano, forse una coincidenza, ma questi viaggi da noi vissuti son sembrati di ottimo livello, in uno scenario rassicurante e con un attracco sicuro nel più bel mare del mondo.

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