Il titolo del trentesimo Meeting di Rimini che prende il via oggi: «La conoscenza è sempre un avvenimento», meglio che da ogni definizione può essere spiegato dalla storia stessa del Meeting, una storia ininterrotta di incontri: Giovanni Paolo II, l’allora cardinale Joseph Ratzinger, Madre Teresa di Calcutta, don Luigi Giussani, Lech Walesa, Helmuth Kohl, Simone Veil, Andrei Tarkovskij, François Michelin, Umberto Agnelli, Jean Guitton, il Dalai Lama, David Rosen, i numerosi premi Nobel per la scienza tra cui Carlo Rubbia e George Smoot, Eugène Ionesco, Chaim Potok, Riccardo Muti, Ennio Morricone, José Carreras, Martha Graham, Renzo Arbore. E ancora, Shodo Habukawa e gli altri bonzi del Monte Koya, i ragazzi di piazza Tienanmen, i missionari che lavorano con i favelados di San Paolo e di Rio, quelli che si prendono cura dei malati di Aids dell’Uganda, e quelli che creano scuole di formazione; ma anche alcuni carcerati sulla via della redenzione.
Gli ospiti del Meeting sono stati un segno di ciò che di vero e bello nel mondo si muove, cerca, desidera, costruisce. Ma non sarebbero stati un avvenimento se non avessero incontrato un popolo vibrante di curiosità, desiderio, voglia di rendere utile la propria vita. Gente che ha preso sul serio quel messaggio che don Giussani diede proprio al Meeting: «Vi auguro di non essere mai tranquilli», vale a dire di lasciarvi sempre muovere dal desiderio di significato, dall’incessante ricerca di quel Mistero presente nella realtà che solo risponde al guazzabuglio che è il cuore dell’uomo.
Al Meeting ciò è avvenuto proprio ascoltando l’esperienza di persone famose e meno famose, qualunque fosse il loro credo, anche quando fosse molto lontano da quello che ha originato il Meeting; preparando o visitando le grandi mostre itineranti; accostandosi a opere artistiche fondamentali; ascoltando la spiegazione di scoperte scientifiche. Al Meeting però la ricerca della verità è avvenuta anche attraverso il lavoro di migliaia di volontari disposti a svolgere anche le mansioni più umili, indipendentemente dalla loro professione, al punto tale che Lech Walesa chiese senza riserve: «Com’è possibile che avvocati, manager, imprenditori, medici lavorino gratis per una settimana pagandosi pure vitto e alloggio?». Il «Meeting per l’amicizia tra i popoli» sta realizzando la missione descritta dal suo nome: l’anno scorso i relatori, i volontari, i visitatori provenivano da ogni parte del mondo. E, come dice il titolo di quest’anno, la conoscenza si mostra davvero come un avvenimento. Infatti, la conoscenza non nasce da un pensiero proiettato sulla realtà che prescinde dalla realtà stessa, come la riduzione modernistica vorrebbe. La conoscenza nasce come stupore di fronte a ciò che accade, come riflessione che arriva a riconoscere nella realtà un insondabile mistero o addirittura un Mistero amico. Così, quest’anno, alla trentesima edizione del Meeting, si è voluto mettere a tema esplicitamente ciò che di fatto è stato l’obiettivo di sempre: mostrare come la conoscenza derivi dalla presa di coscienza dell’esperienza di vita vissuta in modo totale. Ed è l’inizio di ogni vero, duraturo e positivo cambiamento, per sé e per tutti gli uomini.
Proprio questo è ciò che si vorrà mostrare attraverso il fittissimo programma di incontri, tra cui quello in cui interverrà Julián Carrón, successore di don Giussani alla guida della Fraternità di Comunione e Liberazione, sulla figura di San Paolo.
*Presidente Fondazione
per la Sussidiarietà
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