Cè solo un modo per capire cosè stata (e cosè) la dance. Andare al concerto degli Earth, Wind & Fire. La leggendaria band americana arriva stasera allAuditorium, pronta a trasformare la cavea in una pista da ballo. È levento più divertente, colorato e trascinante di «Luglio suona bene», uno spettacolo che catapulterà il pubblico in pieno revival anni 70. A dire il vero, parlare di dance per tentare di dare una collocazione alla straordinaria band americana è riduttivo. Nella loro ricetta musicale si mescolano blues, jazz, funk, pop di gran classe. Un suono unico, inconfondibile, fatto di linee melodiche che entrano subito in mente, armonie vocali estremamente complesse, raffinati arrangiamenti di fiati e una ritmica micidiale che costringe lascoltatore/spettatore a ballare. Gli Earth, Wind & Fire arrivano a Roma in formazione originale, con Philip Bailey alla voce, Verdine White al basso e Ralph Johnson alle percussioni. Anche Maurice White, fondatore della band nel 1969, fa ancora parte a tutti gli effetti del gruppo, anche se la salute precaria lo costringe a limitarsi al lavoro in studio e alle apparizioni promozionali. Sul palco però ci saranno i «big three», per usare una formula cara al basket a stelle e strisce.
Il concerto di stasera sarà certamente una sfilata di grandi classici: September, Boogie wonderland, la beatlesiana Got to get you into my life, Sing a song, Fantasy, After the love has gone (platealmente citata da Elio e le Storie Tese e Giorgia in T.V.U.M.D.B.), il capolavoro In the stone. Perché gli Earth, Wind & Fire hanno saputo trovare la sintesi perfetta tra appeal commerciale e qualità musicale dei loro brani, riuscendo ad accontentare contemporaneamente i palati fini a caccia di virtuosismi e gli amanti della pista da ballo. Esplosi a metà degli anni '70, dopo qualche anno in cui Maurice White si era dedicato a costruire minuziosamente la formazione, hanno pubblicato dischi ricchi di brani straordinari fino alla metà degli anni 80, quando la loro vena creativa ha smesso di sfornare hit a ripetizione. La rarefazione dellattività discografica non ha però impedito al gruppo americano di continuare a spopolare sui palchi di mezzo mondo, così come avviene ancora oggi. Come in tante grandi band, nel corso degli anni sono emersi dissapori tra i musicisti che hanno creato vari rimescolamenti della formazione. Tra le perdite più significative, quella del chitarrista Al McKay, che ha poi fondato una sua band parallela, andando in giro per il mondo a riproporre i classici di White e soci.
Nel 2009 gli Earth, Wind & Fire si sono esibiti alla Casa Bianca, a Washington, nel corso della prima cena ufficiale ospitata dal neo-presidente Barack Obama. White, Bailey e Johnson hanno anche preso parte alle registrazioni della nuova versione di We are the world, incisa per sostenere le vittime del disastroso terremoto di Haiti.
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