Franco Ordine
da Milano
Secondo pareggio consecutivo del Milan in coppa Campioni. Questa volta rimedia uno zero spaccato e forse è questa la notizia della sera. Zero gol da un attacco che parte con Vieri e Shevchenko e che ricorre lungo il percorso dei 90 minuti anche a Filippo Inzaghi. Pippo non è ancora reattivo e pronto, deve completare il rodaggio, Sheva risulta condizionato dallincidente alla caviglia, mentre su Vieri è il caso di chiudere una parentesi e di dedicare tutte le migliori risorse allinserimento di Gilardino nel motore rossonero. Bobo non si ritrova nel gioco milanista, continua a reclamare lanci dalla distanza e quando gli arrivano non sa cosa fare: offre il meglio con una serie di tocchi allindietro di nessuna utilità. Meglio rassegnarsi e passare oltre. Grazie al pari di Istanbul, lo 0 a 0 rimediato ieri a San Siro lascia il Milan in cima al girone e lo avvicina alla qualificazione, ancora da mettere in piedi.
Lenti, macchinosi e dediti al volontariato. Lento e macchinoso appare subito il Milan e il suo calcio masticato, generoso solo nel tentativo di procurare il riscatto di Vieri, a secco di gol dallinizio della stagione. Le prime due pallette di una qualche pericolosità arrivano proprio a lui (la prima da Sheva, la seconda da Kakà) ma il pupillo di Lippi non riesce a inquadrare la porta. Nel resto della prima frazione, il Milan in parte subisce il palleggio degli olandesi e quando riparte tradisce imprecisioni e sbavature che non sono degne del suo censo e nemmeno delle sue ambizioni. Così sui rari lanci precisi al millimetro di Pirlo, è discutibile la mira persino di Shevchenko oltre che quella di Seedorf, capace addirittura di imboccare il portiere Gomes dopo una randellata di Kakà. I difetti dei rossoneri sono quelli denunciati anche a Cagliari: lentezza nella manovra, passaggi di nessuna precisione e pochi movimenti da dietro. Il Psv presidia bene i lati, senza però riuscire a insidiare Dida neanche con dei tiri da lontano: è sicuramente meno competitivo alla semifinale dellaprile scorso.
Nella ripresa è un altro Milan, finalmente. Degno della competizione e anche del successo che può arpionare in qualunque momento se poi non sbattesse contro uno strepitoso portiere, Gomes, già ammirato sei mesi fa nelle due semifinali. Per tre volte, due su Kaladze e una su Inzaghi, il difensore riesce a evitare il massimo castigo e a disimpegnarsi in una serie di parate di ottimo pregio. Se lassedio milanista diventa tambureggiante è merito del passo di tutta la squadra nel frattempo privata di Shevchenko che è poi il suo bomber più redditizio. È un pestone a un piede che lo cancella dalla sfida: se lo procura nel finale della prima frazione, a inizio ripresa prende un altro colpetto e così deve farsi da parte per fare spazio a Inzaghi. Tutto lo stadio spera nel miracolo ma Superpippo non è ancora capace di moltiplicare i pani e i pesci: può solo mettere pressione sulla difesa olandese che può vivere sonni tranquilli per quel che riguarda Vieri. È lui la vera delusione della sera: non azzecca un solo tiro degno di nota, e quando cè da battagliare nei polveroni delle mischie, beh si vede pochissimo. Il punto è un altro: con Gilardino in tribuna (?), bisogna ricorrere a Serginho per potenziare il gioco offensivo.
Alla fine di una serata di scarso genio, Kaladze diventa lattaccante più pericoloso: è lui che conclude una-due-tre volte nello specchio della porta, senza riuscire a scalfire il muro del Psv, incapace peraltro di procurarsi qualche goloso contropiede. Ma è un altro Psv rispetto a quello di aprile, bisogna ricordarlo.
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