"Villa Héritage" ripensa il lusso e l'arredo partendo dalle origini

L'architetto francese Rochon omaggia le radici palladiane dell'abitare bene

"Villa Héritage" ripensa il lusso e l'arredo partendo dalle origini
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Ci sono poche idee cariche di italianità quanto l'idea di villa. Andrea Palladio (1508 - 1580) rielaborando l'architettura vitruviana ha trasformato la villa in una materializzazione dell'ideale neoplatonico di bellezza. Molto di questo è ritrovabile, seppure in una declinazione coloratissima e virata allo sfarzo, in Villa Héritage (padiglioni 13 e 15) il progetto per il Salone del mobile dell'architetto francese Pierre-Yves Rochon.

Eclettico progettista e maestro dell'ospitalità di lusso, Rochon, che guida l'omonimo studio di interni, ha dedicato 45 anni di carriera alla ricerca di un lusso esistenziale, firmando interior prestigiosi per catene d'hôtellerie come Four Seasons, Ritz, Fairmont, Waldorf Astoria e ristoranti per chef Michelin come Joël Robuchon e Alain Ducasse.

Villa Héritage è pensata per essere uno spazio in cui il design si fa lingua condivisa e senza tempo, capace di mettere in dialogo arti ed artigianati e di far riflettere sull'idea di trasmissione di una cultura materiale che ha le sue origini nel Rinascimento e, in fondo, in quel mondo greco romano che il Rinascimento voleva resuscitare. Elegante ed evocativa, Villa Héritage lavora sul concetto di progetto d'interni per trasformarlo in un ponte che collega memoria e innovazione. Il risultato è un'esperienza multisensoriale fatta di armonia, cultura e suggestioni. La forma progettuale di partenza di Villa Héritage è il quadrato e il richiamo all'arco che è la base della classicità romano - palladiana, con un richiamo anche al Pantheon. Questo equilibrio tra linea curva e angoli vivi si riflette su tutto il progetto. L'installazione accoglie, invitando alla sosta che in alcuni degli spazi più barocchi diventa sovraccarico sensoriale, come davanti a certi lampadari che sono la silloge cristallina della produzione vetraria di Murano e che hanno fatto scuola in tutto il mondo. Ogni stanza, dominata da un colore, è un capitolo di un racconto, dove il design si intreccia con le arti. C'è ad esempio la camera bianca, dove la luce si fa cinema e trasforma le superfici. Il giardino richiama a colpi di verde i paesaggi italiani. Il salone rosso con la sua teatralità omaggia l'opera italiana, la biblioteca prugna omaggia la cultura e invita a rallentare. Il patio dedicato alla musica fa da bomboniera alle note di un pianoforte Alpange.

Villa Héritage più che un tributo alla storia, è una dichiarazione d'intenti: ovvero la volontà di trovare l'equilibrio tra eredità e innovazione. Un cammino non facile ma un cammino che è la forza di buona parte dei migliori prodotti italiani.

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