"Una vita per gli animali. Così metterò in salvo il rinoceronte bianco"

Barbara De Mori, docente di Etica veterinaria, è impegnata in Kenya dal 2015

"Una vita per gli animali. Così metterò in salvo  il rinoceronte bianco"

Una vita legata agli animali che le permettono di arrivare alle persone. Gli animali sono il collegamento tra lei e l'altro. Un mondo unico, l'ecosistema, una simbiosi totale. Gli animali e gli umani. Gli umani e gli animali. Si scambiano. Si intersecano. Si inglobano e si abbracciano dall'una e dall'altra parte del mondo. Fino a prendere le loro vite e mescolarle. Grazie agli animali, lei, Barbara De Mori, 48 anni, gira l'intero pianeta. Grazie agli animali conosce le persone. Grazie agli animali ha imparato a volersi bene e ora insegna a voler bene agli animali. Docente di Etica Veterinaria alla Scuola di Medicina Veterinaria dell'Università di Padova, un corso divenuto obbligatorio dopo dieci anni di petizioni ministeriali, a quattro anni si arrabbiava se qualcuno pestava le formiche e ora sta salvando i rinoceronti, quelli bianchi, quelli di cui, in tutto il mondo, sono rimasti solo due esemplari. Due femmine, che non possono avere figli ma c'è un modo per salvare la specie. Lo scopo del suo corso è insegnare a voler bene agli animali, a rispettarli, a rapportarci con loro, che siano domestici, da allevamento, da sperimentazione. E soprattutto risolvere quelle contraddizioni dell'uomo che vuole il cane in casa ma lo abbandona in autostrada, che si batte per le sperimentazioni e poi compra i pesticidi. Un amore verso gli animali che si riflette nell'amore per gli umani. Laureata in Filosofia con un dottorato in Etica, prima a Padova e poi a Oxford, vegetariana, e ora è direttore del Laboratorio etico per la conservazione e il benessere animale. «Sin dai tempi del dottorato racconta De Mori al Giornale - mi sono interessata allo studio del comportamento sociale dei primati e alle basi ideologiche dell'etica, cioè vedere se i comportamenti etici nella nostra società somigliano a quelli degli animali e se ci sono segni di continuità». Nel 1999 pubblica un saggio su Le Scienze e da lì inizia a fare i primi corsi di Etica e Benessere dell'animale agli studenti di Medicina Veterinaria e Biologia. «È fondamentale dice - che ci siano persone che abbiano rispetto degli animali. Deve essere fatto tutto il possibile per il loro benessere. Gli studi sulla capacità di sentire degli animali sono sempre più approfonditi e ci insegnano che anche se esprimono in modo diverso da noi, sono in grado di provare dolore e sofferenza. L'opinione pubblica pensa che da una parte ci siano gli animali e dall'altra le persone. Ma è un tutt'uno». Un tutt'uno che la porta a volare fino in Kenya. Un progetto, BioRescue, a cui De Mori sta lavorando dal 2015, e per il quale il governo tedesco ha finanziato ben quattro milioni di euro. Un progetto che vede coinvolte le uniche due femmine sopravvissute del rinoceronte bianco. Che in realtà è grigio ma deve il suo nome alla traduzione errata di wide. Diventato white, bianco appunto. Come lo si riconosce? Il bianco ha il muso più largo perché bruca l'erba. Queste due sopravvissute sono madre e figlia. Najin e Fatu. Trenta' anni Najin e 19 Fatu. La media di sopravvivenza è di 40. Vengono da uno zoo della Repubblica Ceca e ora sono tenute in una conservancy in Kenya. Una riserva naturale. Non sono in grado di sostenere gravidanze e l'ultimo maschio è morto lo scorso anno. Si chiamava Sudan. Rimangono solo queste due femmine nel mondo. «Il simbolo dice De Mori della nostra scelleratezza. Rischiano l'estinzione per il bracconaggio per il corno e per le guerre civili che hanno distrutto l'habitat». Ora la corsa è contro il tempo. Ci sono i semi degli esemplari di rinoceronte bianco che sono morti. Si prendono gli ovuli delle due femmine, si prende lo sperma criocongelato dei maschi e come per gli umani si impiantano. Dove? Nella sottospecie più vicina.

Le due femmine sono dell'Africa del Nord. E si piantano in quelle del Sud. «é un emergenza spiega De Mori che ora sta scrivendo un libro con il padre dell'etica veterinaria Bernard Rollin il rinoceronte è una specie chiave. Serve all'intero ecosistema».

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