«Non so quale opera preferire fra tutte quelle che ho cantato. Ma più di ogni altra cosa mi interessa il direttore», confidò una volta Edita Gruberova. E proseguiva: «credo che lunico genio della direzione dorchestra sia Carlos Kleiber. Con lui posso fare in qualunque momento unopera qualsiasi; lui ascolta e rispetta i cantanti». Ma il mentore e lo scopritore della giovane Gruberova, a Vienna, dopo molte stagioni di anticamera alla Staatsoper, fu Karl Bohm che, nel 76, la volle in unopera straussiana (Arianna a Nasso).
Partita da Bratislava , sua patria, verso Vienna, la Gruberova si affermò come soprano di coloratura, prediligendo i rispettivi ruoli nei primi anni di carriera. Ora la Gruberova torna, dopo molti anni, a cantare a Roma, per la stagione da camera dellAccademia di Santa Cecilia, con un repertorio liederistico, che da sempre ha alternato al melodramma; e, per prevenire possibili imprevisti con direttori o accompagnatori, da tempo lavora solo con un partner sul podio o al pianoforte, Friedrich Haider, suo marito, con il quale si presenta anche a Roma.
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