All'inizio è stato tutto da copione. Gli allievi della sede di Sant'Ilario dell'istituto Marsano, con qualche rinforzo dalle succursali, schierati con le orecchie tese libere da iPod o cellulari. Perché si parla del futuro della terra e, viceversa, della terra del futuro. A farlo è il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, che spiega come i dati del settore agricolo svelino un'inversione di tendenza con i giovani in prima linea. Aumentano i pendolari tra la città e la sua prima fascia e l'interesse per attività che anni fa, anche a livello d'istruzione, erano guardate un po come Cenerentola al ballo. Spinte economiche, sociali e culturali riconducono alla concretezza di quanto si tocca con mano. Certo, con mezzi e conoscenze in più rispetto al passato.
Così se in zona Ingauna si punta sulle piante aromatiche in vaso dribblando la concorrenza internazionale sul terreno della specificità, i presidi Slow Food si moltiplicano. Carlo Petrini aveva fiutato il cambiamento: le distanze tra prodotto e consumatore vanno accorciate e le tipicità salvaguardate. In Liguria ne vantiamo più di una e Burlando interroga i ragazzi: ci vorrebbe un ripasso perché non ci sono solo il chinotto di Savona e i fagioli di Badalucco, Conio e Pigna in lista. Se una serie di congiunture vedono il settore agricolo in fermento - fermo restando lo scettro ligure al terziario - studenti e professori incalzano la discussione.
Accantonata la vexata quaestio del progetto della strada che dovrebbe passare nel cuore dell'istituto - la decisione spetta al Comune ma la Regione è favorevole a potenziare l'accessibilità - sfilano Isoverde, Tiglieto e valle Stura in bocca ai propri giovani, che con il Marsano sono già impegnati in progetti sul territorio. Ci si domanda perché manchi all'appello l'agricoltura nei corsi IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore): saranno riprogrammati nel 2011 replica Burlando, per cui bisogna mettersi all'opera e preparare un progetto. Come quelli sempre più dettagliati necessari per accedere ai fondi PSR (Programma di Sviluppo Rurale) che interessano molto i ragazzi ma non solo.
La Liguria è al quinto posto per la capacità di spesa sui fondi europei dei programmi di sviluppo rurale: il settennio 2007-2013 si è aperto con un budget di 276 milioni di euro e i conti del precedente sono appena stati chiusi. Se il sostegno previsto ai giovani è cospicuo - arrivando fino all'80% - da ricordare però come i nuovi assi d'intervento targati Bruxelles e le procedure per accedere a premi e incentivi siano mutati.
Non a caso Coldiretti a dicembre ha chiesto l'interessamento di Burlando per superare l'impasse telematica in cui annegano le nuove richieste. Il problema è il passaggio dalle carte catastali alle mappature satellitari delle parti di terreno soggette a premio, di cui si sta occupando un distaccamento di Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) a Genova, e che sta penalizzando le imprese zootecniche.
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