Volanti in panne, arresto con l’auto privata

Ma la questura nega: «Ha agito da solo, se no l’uomo fuggiva»

Stava transitando a bordo della sua auto in una via di Cinisello Balsamo quando si è reso conto che l'uomo che stava camminando tranquillamente sul marciapiede era la stessa persona, che aveva arrestato oltre un anno fa e che era fuggita dalla comunità alla quale era stato affidato. L'automobilista, un agente fuori servizio, ha così avvertito i colleghi che si trovavano nel commissariato di via Cilea. Inutilmente però perché le auto che in quel momento erano nel commissariato erano tutte indisponibili. Così, senza pensarci troppo, l'agente ha fatto salire sulla sua auto i colleghi e si è diretto nel punto in cui aveva visto l'ultima volta l'uomo. Il latitante era ancora lì, fermo all'incrocio, forse in attesa di qualcuno. Gli agenti sono così scesi dall'auto e lo hanno arrestato. La vicenda ha sollevato un vespaio di polemiche. «Che un poliziotto sia costretto ad arrestare un latitante usando l'auto personale perché non ci sono mezzi di servizio a disposizione, è davvero inaccettabile.

Ed è la conferma della carenza di mezzi» ha commentato il vicesindaco De Corato. Immediata la replica della questura: «Nessuna carenza di mezzi. L’ispettore era libero dal servizio e non ha chiesto aiuto alle volanti perché altrimenti avrebbe perso il latitante».

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