Non c'entra. Ma in momenti in cui si discute della legge sull'autonomia differenziata che per alcuni spacca il Paese, per altri rafforza la solidarietà nazionale - ci ha colpito un sondaggio, rilanciato da Esquire Italia, sul tema «Quali sono i dialetti più fastidiosi?». Ed ecco la classifica, più che mai divisiva in un Paese campanilistico come il nostro, dei dialetti meno amati d'Italia. Tralasciando la polemica sul fatto che alcuni dialetti in realtà siano lingue (come diceva il nostro professore di Filologia romanza, «Solo quando vedrò un manuale di Chimica scritto in sardo ammetterò che sia una lingua»), colpisce che i peggiori siano: napoletano (insopportabile per il 22,8% degli intervistati), sardo (11,4%) e siciliano (10,5%). Insinuando il dubbio che dietro ci sia la Lega... Ma a nuje, nun ce ne pass manc pò cazz... Curioso che i più amati siano i liguri (ma è perché parlano pochissimo). E soprattutto stupisce l'assenza della più inascoltabile parlata dell'intera storia della civiltà. Il romanesco. Ahò! Daje, aridaje, daje tutta, daje lupi, daje ar fascio! «Mecojoni».
Forse perché il romanesco ormai è la lingua del governo («So' Giorgia, anvedi ahò»), della Rai e del cinema, dove anche Ennio Doris, che era veneto, parla come Massimo Ghini, che è nato all'Esquilino.
O come Mastandrea, Cortellesi, Giallini, Borghi, Mastronardi, Edoardo Leo, Marinelli... E come Elio Germano quando ringrazia il pubblico per aver ricevuto il prestigioso premio «Pierfrancesco Favino» nella categoria «Miglior Elio Germano» per il film Io Favino, tu Germano.Ahò, stacce. «Tocca abbozza'».
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