Volkswagen in salute, ma l’Alfa non interessa

Nessun interesse per Alfa Romeo, almeno ufficialmente: «Abbiamo marchi a sufficienza». Tuttavia, nella conferenza annuale di bilancio del gruppo Volkswagen, il numero uno del board Martin Winterkorn non chiude la porta all’ipotesi di nuove acquisizioni. «Se ci fosse offerto un brand interessante...». L’Alfa potrebbe esserlo? «Personalmente sono un fan del Biscione». All’eccellenza di Alfa fra i marchi della sportività, Volkswagen ha sempre guardato, del resto, come un punto di riferimento per Seat. Ma la Casa spagnola, in rosso anche nel 2009 per 339 milioni di euro, rimane l’unica palla al piede di un gruppo che come pochi ha saputo padroneggiare la crisi. Ma il colosso tedesco dell’auto VW punta a un nuovo record di vendite nel 2010 e annuncia un aumento del 27% delle vendite (Audi inclusa) a gennaio e febbraio a 1,02 milioni di auto. I risultati anticipati ieri nel quartier generale di Wolfsburg confermano che in un mercato, che a livello globale ha perso oltre il 6% dei volumi, Volkswagen Group ha chiuso il 2009 aumentando le vendite dello 0,6%, a 6,3 milioni di unità che valgono l’incremento di un punto di quota, dal 10,3 all’11,3%. E mentre diversi concorrenti viravano verso il rosso, è riuscita a mantenere un utile operativo di 1,9 miliardi (contro 6,3 miliardi nel 2008) che permetterà di proporre all’assemblea dei soci il pagamento di 1,60 euro per azione ordinaria e 1,66 per quelle privilegiate, solo in lieve calo rispetto allo scorso anno. Molto positivo è poi il dato della liquidità netta, migliorata da 8 a 10,6 miliardi, nonostante l’esborso di 3,9 miliardi per l’acquisto del 49,9% di Porsche. Oltre alla solida posizione finanziaria, la strategia multibrand del gruppo, l’apprezzamento della clientela per i nuovi prodotti e la forte presenza nei mercati emergenti sono - a detta di Winterkorn - i fattori che hanno aiutato il gruppo ha mantenere la rotta nella tempesta. Grandi soddisfazioni, in particolare, le ha date Audi, che da sola ha apportato al gruppo 1,6 miliardi di utile operativo. E ciò nonostante il risultato negativo dei marchi del lusso (Bentley) e della sportività (Lamborghini), che hanno patito come tutti la forte flessione delle vendite del segmento.

Quanto ai singoli mercati, fa sensazione il sorpasso della Cina sulla Germania, divenuta con 1,4 milioni di unità (+36,7% rispetto al 2008) la nazione dove il gruppo realizza i volumi maggiori (e dove, in joint venture con i costruttori locali, VW ha realizzato utili pro quota per 774 milioni). Al Far East, il gruppo tedesco guarda ancora per i prossimi anni, con gli investimenti diretti in nuove fabbriche e la recente acquisizione del 19,9% della giapponese Suzuki.

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