Votare oggi, non lagnarsi per 5 anni

Cinque minuti per decidere i prossimi cinque anni di Milano

Votare oggi, non lagnarsi per 5 anni

Cinque minuti per decidere i prossimi cinque anni di Milano. Della città in cui vivremo, lavoreremo e soprattutto andranno a scuola o faranno sport i nostri figli e nipoti. Per questo val la pena di penarci, prima di cedere al talvolta purtroppo giustificato disgusto per i politici, più che per la politica. Quella che comunque si occuperà di noi, se non saremo noi a occuparci di lei.

Ecco perché oggi sarà importante andare a votare. E soprattutto farlo con la testa e non con la pancia, perché con quella è meglio andare al ristorante. A votare pensando prima di tutto al futuro di Milano, ai programmi del candidato da far vincere e non come farà la sinistra del presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo, a quello da «far perdere». Magari dandogli del fascista, leghista, razzista solo per il fatto di chiedere, come fa il centrodestra di Stefano Parisi, una «gestione dell'immigrazione irregolare meno ipocrita». O di ripristinare la legalità nelle case popolari oggi in mano al racket delle occupazioni gestito dagli stranieri. E spalleggiato, al momento di sgomberare, da quei «bravi ragazzi» dei centri sociali che il candidato del centrosinistra Giuseppe Sala ha già detto di voler difendere. Magari insieme a Paolo Limonta, il braccio destro di Pisapia che per cinque anni è stato il loro garante a Palazzo Marino insieme a Mirko Mazzali, il loro avvocato in tribunale a cui Pisapia ha affidato addirittura la presidente della commissione Sicurezza.

Perché non è vero che i due manager sono uguali. Diversi sono i programmi e diverse soprattutto sono le squadre. Da una parte un sindaco e un vice sindaco che hanno lasciato un segno nella storia di Milano e nella memoria dei milanesi come Gabriele Albertini e Riccardo De Corato. Dall'altra un vice sindaco come Francesca Balzani che insieme a Pisapia ha più che raddoppiato le imposte, aumentandole del 130 per cento e meritandosi il soprannome di «lady tasse».

Per non dire della possibilità che all'assessorato alla Cultura vada Majorino, grande sponsor di Gay pride, coppie di fatto e matrimoni omosessuali da insegnare anche nei libri delle scuole elementari. E poi Sumaya, la candidata islamica e velata. Per carità, nulla di male. Ma non si dica che Parisi e Sala sono uguali. Ci pensi bene chi oggi voterà.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica