Dal web la sfida alla legge anti-kebab

La Lombardia fissa all’una di notte l’orario di chiusura dei locali e vieta il consumo sul marciapiedi: vale anche per gelaterie e pizzerie. Già si organizzano forme di "disobbedienza enogastronomica". La Lega: "Non è razzismo. È un fatto di sicurezza"

Dal web la sfida alla legge anti-kebab

Milano - Stop all’anarchia del take away. Regione Lombardia fissa regole su orari e norme igienico-sanitarie per kebaberie, pizzerie d’asporto e gelaterie. Paletti che, in sostanza, impongono la chiusura all’una di notte ma, attenzione, soprattutto il divieto al consumo «dei prodotti negli spazi esterni del locale». Sì, è vietato abbuffarsi di gelato o rimpinzarsi di kekab piuttosto che di un trancio di pizza fuori dai locali, pena sanzioni fino a 1500 euro.

Naturalmente, nell’aula consiliare del Pirellone, sede dell’amministrazione guidata da Roberto Formigoni, si precisa che non si tratta di una scelta contro gusti o pietanze. La decisione, spiega Daniele Belotti (Lega), è stata presa per «colmare un vuoto legislativo in materia di orari delle attività di somministrazione, eliminando le disparità di trattamento tra le esercizi commerciali e attività artigianali»: «Infatti, fino a ieri le attività artigianali - leggi kebaberie - che somministravano prodotti di propria produzione potevano esercitare la loro attività senza limiti di orario e pure installando panchine, sedie e ombrelloni di fortuna». Come dire: questione di leale concorrenza ma pure di sicurezza, «sono stati i Comuni a reclamare un intervento legislativo della Regione per evitare che gli assembramenti anche nelle ore notturne attorno alle kebaberie generassero problemi di ordine pubblico e di disturbo della quiete» chiosa Carlo Saffiotti (Pd), che con Belotti firma la nuova legge.

Virgolettati che trovano conferma, ad esempio, al comando dei vigili urbani meneghini dove sono centinaia le segnalazioni di residenti che riguardano il «disturbo della quiete». Inoltre, osserva Riccardo De Corato, vicesindaco di Milano, sono «in aumento i sequestri da parte dell’annonaria di tonnellate di carne sequestrata nei kebab». Fotografia decisamente preoccupante, quella igienico-sanitaria, che, però, non interessa Pd e Verdi. Anzi, via Facebook è partito il tam-tam della sinistra che invita al «kekab libero, kekab per tutti»: disobbedienza con carne di vitello marinata e speziata cotta sullo spiedo rotante, che oggi vede i consiglieri regionali dell’opposizione pranzare con kekab e gelato. «Inutile spiegargli» chiosa Davide Boni, capodelegazione Lega in Regione Lombardia, che «non è stato limitato alcun diritto» ma «è semplicemente stata data, come già altrove, una maggior sicurezza ai clienti di quei locali». Che, giusto per capirci, significa «far trovare un luogo maggiormente ordinato e pulito all’esterno, con una migliore attenzione da un punto del prodotto consumato e delle condizioni igienico-sanitarie».

E mentre la Fipe, federazione dei pubblici esercizi, plaude alla Regione Lombardia, c’è chi ricorda la legge lombarda non è una novità: «Già oggi, in base alla legge Bersani, i laboratori artigianali non possono allestire arredi esterni per la consumazione del prodotto».

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