2016: l'anno del sesso in realtà virtuale

Sembra proprio che l'umanità non possa più fare a meno della realtà virtuale. L'ultima mossa in questa direzione arriva dall'industria del porno: il 2016 sarà l'anno della realtà virtuale che, pian piano, si sostiruirà ai metodi tradizionali

2016: l'anno del sesso in realtà virtuale

La scienza, con le sue continue scoperte, continua a stupire e a lasciare di stucco. A volte sembra proprio che il futuro dei film di fantascienza sia davvero arrivato e le novità stanno invadendo tutte le pratiche umane. Il sesso è una di queste: la realtà virtuale non lo ha risparmiato.

Proprio l'industria di intrattenimento per adulti - il porno - ha visto nella realtà virtuale un'opportunità per rimanere al passo con i tempi. Molte case produttrici del settore stanno producendo video adatti all'utilizzo dei dispositivi già presenti sul mercato, per esempio la Google Cardboard, l'Oculus Rift e il Samsung Gear VR. Le novità più scottanti e visionarie arrivano come sempre dal Giappone: la società Tenga ha creato uno strumento a metà strada tra la realtà virtuale e i sex toys. Sembrerebbe una sciocca vanità tecnologica ma, in realtà, i promotori sostengono la commistione tra reale e virtuale possa trovare degli ambiti di grande utilità, come ad esempio per la vita sessuale delle persone affette da disabilità.

La realtà virtuale, nel frattempo, più che un vezzo si sta rivelando un aiuto corposo anche nella medina. Un'equipe medica del Nicklaus Children's Hospital di Miami ha salvato una bambina, grazie all'intuizione geniale di alcuni medici: tramite un'immagine 3D su uno smartphone, hanno scoperto, analizzato e risolto un problema cardiaco della piccola. In Svizzera, invece, si aiutano i pazienti con arti amputati a prendere coscienza della protesi attraverso l'Oculus Rift, per abituare il cervello all'arto sostituito.

La NATO ha integrato questa tecnologia per le simulazioni in campo militare, con il Dismounted Soldier Training System: riproduce il teatro di guerra con l'ausilio di visori per la realtà virtuale, accoppiati a caschi militari dotati di sensori di movimento. La stessa realtà virtuale contribuisce, poi, alla cura dei reduci delle missioni affetti dal disturbo da stress post-traumatico.

Quest'ultima pratica era già stata testata in cliniche americane con successo, perché riesce a far interagire i soldati con la vita quotidiana in maniera più tranquilla, con dei passaggi in realtà virtuale di guerra simulata, per un ritorno alla normalità progressivo.

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