Un giovane su otto sarebbe vergine: è il risultato di una nuova ricerca, realizzata dal Next Steps Project, pensata per analizzare le abitudini sessuali dei giovani nati tra il 1989 e il 2000, ovvero parte dei Millennial. Lo studio, avviato in collaborazione con l'University College London, avrebbe monitorato ben sedicimila under ventisei, seguendone il percorso sin dai quattordici anni. Dalle interviste, avvenute nel 2016, sarebbe emerso il calo delle percentuali di giovani sessualmente attivi in confronto ai coetanei della generazione precedente. In passato, solo un giovane su venti sotto i 26 anni avrebbe confessato di non aver ancora perso la verginità. Ma è molto probabile che le cifre attuali siano anche più alte, perché non tutti gli intervistati hanno voluto rispondere.
Secondo la ricerca, i Millennial sarebbero cresciuti in una società condizionata da un forte bombardamento sessuale, una cultura ipersessualizzata che, con il tempo, avrebbe alimentato paure e insicurezze personali. I giovani, durante l'intimità, temerebbero il confronto con l'immagine comune del maschio perennemente eccitato e della donna dalle curve perfette e senza nessun timore. Una situazione che, ovviamente, non ricalca la realtà generale, ma che con il tempo avrebbe minato la sfera dell'intimo degli under ventisei rendendoli più timidi e fragili.
La paura si essere derisi, il timore che la propria prestazione venga sbandierata sui social - oltre al terrore legato alle malattie trasmissibili sessualmente - risulterebbero ostacoli invalicabili, facendo desistere i ragazzi dall'atto sessuale. Uno scoraggiamento generale che allontanerebbe i Millennial dalla fatidica prima volta, ritardando sempre più l'appuntamento con la scoperta del sesso e del proprio corpo.
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