Why, lo yacht dei sogni a forma di isola

Dalla collaborazione del cantiere Wally e della casa del lusso Hermès è nato il progetto di una barca a motore dalla rivoluzionaria forma triangolare. Il modello è ad Ancona, costruirla costa 100 milioni e ne servono 350mila per un pieno di gasolio

Why, lo yacht dei sogni a forma di isola

A parole è facile pensare che basta mettere assime due leader per avere una nuova realtà da favola, quale però? Facciamo un caso concreto e attuale. Prendete un protagonista assoluto degli yacht a vela, Luca Bassani e i suoi sognanti Wally, e una casa di moda e stile altrettanti totali, la Hermès, miscelate per bene sogni e audacia ed ecco un qualcosa di mai esistito prima, a meno di non volere credere che tutte le imbarcazioni a motore siano uguali tra loro.
Già la scelta del nome della nuova società è studiato con arguzia, Why, che in inglese significa perché, ma che è anche l'acronimo di Wally Hermès Yachts. Poi, visto che Bassani non aveva mai affrontato il mondo degli yacht a motore ed Hermès ancora meno, tutti a chiedere «cosa farete? perché lo fate? Why?». La risposta più banale e sciocca è «per soldi, per un profitto», come se esistesse qualcuno che investe per dissolvere capitali e fallire.
Poi c'è la vera chiave di lettura, che nasce nella testa di Bassani: «Cosa sognano tutti gli uomini? Di vivere su un'isola in completa libertà, senza costrizioni, vivendo di quello che c'è lì, con un orizzonte totale attorno a sé». Così ha ordinato a suoi architetti e collaboratori di pensare a un'isola che fosse, ovviamente, una barca e pure di concezione completamente nuova rispetto a tutti i natanti di lusso ed extra-lusso in acqua (Roman Abramovich, quello del Chelsea ad esempio, se ne sta costruendo uno attorno ai 161 metri e confida che al varo risulti il più lungo la mondo, ora ne ha uno che è appena il decimo, una «bagnarola» di cui un po' di vergogna). Non si entra in un nuovo settore per fare, anche benissiimo, quello che tutti fanno già.
Così l'isola, dal disegno di una tipo Robinson Crusoe, con una collinona e il verde al centro, al confrontarsi con una portaerei che in fondo è un bastimento-isola, al contatto diretto con il progettista, norvegese, di una sorta di rimorchiatore per i rilievi dei fondi marini in chiave di ricerca del petrolio.
Why si ispira a questo sogno e si è presentata come mai una barca. In un cantiere di Ancona è stato realizzato un modello in scala uno a uno, qualcosa come un triangolone che ha un lato di poppa di 38 metri e una lunghezza verso la prua di 58. In sé non sono misure record, almeno non la lunghezza perché la chiave è tutta nei 38 metri di larghezza e nei tre livelli a salire: «Abbiamo voluto realizzare una forma di architettura che incidesse in profondità nel rapporto tra l'uomo e il mare», è scritto nel sito. Alla base la parte giorno, con la spiaggia, la spa, la sala da pranzo, il cinema e la sala per la musica, al secondo piano le suite per gli ospiti e la libreria, al terzo la «cabina» dell'armatore. Posti totali 12 (con un equipaggio di venti marinai).
L'Isola Perché ora è solo un modello, un progetto e un filmato elaborato al computer. Costa cento milioni di euro (e 350mila un pieno di gasolio, che garantisce quattro attraversate dell'Atlantico) e richiede tre anni di lavoro per la sua realizzazione, con il coinvolgimento di circa trecento maestranze.
Ora si può chiedere appuntamento ad Ancona (la sede della Why è invece a Montecarlo), poi ci sarà la scelta del cantiere. Tale la ricaduta economica, che nel capoluogo marchigiano sperano di essere confermati. La concorrenza è forte ma scarna nei numeri: l'altro cantiere che ha una larghezza attorno ai 45 metri è in Norvegia. Ne esiste un terzo ma è di proprietà di un colosso del lusso antagonista di Hermès e quindi è off limits, mentre un quarto potrebbe sorgere in Olanda. Non era mai successo che qualcuno fabbricasse una copia a grandezza naturale di una barca, lo si fa invece per gli aerei e questo ha stupito e anche terremotato il mondo dei costruttori di yacht di lusso che si vedono costretti a ripensare cosa in futuro si aspettano i ricchi.
La presentazione di Why (del modello) ricorda quando a metà Ottocento la goletta America si presentò all'isola di Wight, nella Manica, per regatare contro una flotta inglese.

Era così avanti in tutto - e in positivo, nel bene - che tutti capirono che non ci sarebbe stata corsa pari. E così fu, tanto che è passata allo storia la riposta alla Regina Vittoria data da chi le annunciò il trionfo di America: «Non c'è secondo maestà».

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