Sanàa - Il 2010 si apre con la paura di
al-Qaeda, di nuovo pronta a fronteggiare l’Occidente sia in
patria sia nelle terre degli infedeli.
In Yemen è battaglia con l’organizzazione terrorista. Due
miliziani dell’organizzazione terrorista sono stati uccisi
dalle forze governative. Le forze governative erano alla
ricerca di Nazih al-Hanq e vicino Arhab, 40 chilometri a nord di
Sanaa, tra i villaggi di Al Hanq e Beit Boussan, si sono
trovati sotto il fuoco incrociato dei miliziani. Secondo quanto
ha riferito una fonte del luogo, a restare uccisi sono state
due guardie del corpo di Hanq e altre tre sono rimaste ferite.
Hanq è uno dei capi di Al Qaeda nella Penisola arabica, che in
Yemen può fare affidamento su centinaia di uomini. Un
ufficiale yemenita ha affermato che nel gruppo terrorista con
cui sono stati ingaggiati i combattimenti vi sono coloro che "si ritiene siano dietro le minacce all’ambasciata americana",
chiusa da ieri per motivi di sicurezza.
E proprio dietro la chiusura delle ambasciate statunitense,
francese, giapponese e britannico c’è la scomparsa di un
convoglio di armi ed esplosivi nello Yemen. Lo ha riferito la
Bbc, secondo cui le forze di sicurezza del Paese hanno perso le
tracce di sei camion pieni di materiale bellico.
A Washington l’impegno militare yemenita basta, almeno per
il momento. Gli Stati Uniti non invieranno truppe. L’apertura
di un terzo fronte di guerra, oltre a quelli afghano e
iracheno, è stata esclusa dal consigliere di Barack Obama per
l’antiterrorismo, John Brennan, ha detto che "il governo
yemenita ha dimostrato la volontà di combattere al Qaeda e
accetta il nostro sostegno e glielo stiamo fornendo". Richiesto
di un chiarimento sull’eventualità di un invio di truppe nel
Paese arabo, Brennan ha risposto: "Non si parla di questo,
assolutamente".
Usa, Giappone, Francia e Gb chiudono le ambasciate I Paesi occidentali chiudono le ambasciate, dopo i
provvedimenti analoghi presi da Stati Uniti e Gran Bretagna.
Parigi ha fatto lo stesso, mentre la Germania ha chiuso la
sezione consolare. Idem, il Giappone. L’Italia è su una
posizione diversa.
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