Le zampogne in pieno agosto? In Ciociaria suoni fuori stagione

Oggi e domani il piccolo borgo si fa cornice di un evento internazionale

Ogni anno anche a Roma, durante le festività natalizie, se ne vedono e sentono sempre meno. Eppure quella degli zampognari è una tradizione che resta viva a un centinaio di chilometri dalla capitale. Basta arrivare fino ad Acquafondata, paese di 400 abitanti sulle montagne che dalla Ciociaria portano verso l’Abruzzo. In questo borgo divenuto strategico durante la II guerra mondiale perché tagliato in due dalla Linea Gustav e poi spopolato dalla miseria degli anni successivi al conflitto, che la zampogna ha trovato la sua capitale, non solo italiana. Ed è proprio qui che oggi e domani gli zampognari provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento, per la trentunesima edizione del Festival internazionale della zampogna, con un programma ricco di appuntamenti che inizierà nel pomeriggio odierno, con la sfilata degli zampognari per le strade del paese e quindi spettacoli dei vari gruppi presenti, fino a tarda sera. Sempre in serata Gianni Perilli, uno dei più grandi cultori italiani di zampogna, terrà un seminario sulle tecniche strumentali. Perilli appartiene a un’antica famiglia di zampognari, tanto che al padre Cesare è stato invece dedicato un premio che Acquafondata assegnerà a giovani musicisti, per tenere viva e tramandare tutta la valenza, anche culturale, di questo suono magico. Domani, oltre alla consegna del premio Perilli, gli zampognari provenienti da ogni dove continueranno a sfilare e a suonare per le strade del paese e per i turisti ci sarà anche l’occasione di gustare i piatti tipici di queste vallate: gli gnocchi con sugo di castrato e l’abbuoto, le interiora di agnello servite con contorni di cicoria montanara e asparagi.
In questo angolo ancora intatto del Cassinate, la tradizione della zampogna viene portata avanti non solo dai musicisti, ma anche dagli artigiani che continuano a costruire lo strumento. In paese sono rimasti due laboratori, quello di Luigi Carcillo e l’altro di Antonio Di Meo, dove le zampogne vengono costruite con procedure molto lunghe, rigorosamente artigianali e tenute gelosamente segrete.


Dicevamo della valenza anche culturale della zampogna, troppo frettolosamente associata alla pastorizia e a un’immagine distorta della Ciociaria: già nell’antica Roma Nerone era eccellente suonatore dell’Utricularium, antesignano dello strumento d’oggi, mentre in epoca più vicina a noi musicisti d'eccezione si sono ispirati alle melodie popolari della zampogna, ad iniziare da Haendel, che non a caso soggiornò nella Valle di Comino, a un tiro di schioppo da Acquafondata. E oggi la zampogna, con tutto quello che rappresenta per l’artigianato e per dare una spinta propulsiva al turismo, è anche lo «strumento» per cercare di far rivivere questi borghi e trattenere qui i giovani.

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