Truffava i suoi clienti: avvocato finisce in manette

Il legale è ai domiciliari: è accusato di aver intascato parte dei risarcimenti assicurativi

L'è mei un rat in boca al gat che un cristian in man d'un avucàt, dice un vecchio e impietoso proverbio lombardo. Un avvocato iscritto all'Ordine di Milano, studio in corso di Porta Vittoria a due passi dal tribunale - ha fatto del suo meglio per rafforzare l'idea che il proverbio abbia un fondo di verità: dedicandosi, secondo quanto scoperto dalla Guardia di finanza, a spolpare i suoi clienti di una bella fetta dei risarcimenti che aveva fatto ottenere loro. Ma ha commesso alcuni errori che hanno portato gli inquirenti sulle sue tracce. E ieri mattina è stato arrestato su ordine del giudice preliminare , su richiesta della locale procura. Gli sono stati concessi gli arresti domiciliari, risparmiandogli l'onta del carcere.

L'avvocato ha 45 anni, si chiama V.V. e deve rispondere di truffa pluriaggravata; insieme a lui sono indagati a piede libero alcuni funzionari di banca che collaboravano al meccanismo utilizzato per imboscare i fondi dei clienti. A rendere l'intera vicenda particolarmente sgradevole, c'è il fatto che le vittime dell'imbroglio erano soggetti socialmente fragili: quasi tutti stranieri, con pochi soldi in tasca, spesso analfabeti. V. li sceglieva tra le vittime di incidenti stradali, cui proponeva i suoi servigi per avviare vertenze con le compagnie di assicurazione per trattare il risarcimento.

Per gestire la pratica, l'avvocato convinceva i clienti della necessità di farsi rilasciare una carta prepagata o un conto corrente, su cui manteneva anche lui la firma, indicandoli alla società di assicurazione perché vi venisse versato il risarcimento. «Così facciamo prima», spiegava agli ignari clienti. Da conti e carte prepagate, una parte consistente dei risarcimenti finiva poi direttamente nelle tasche del legale. Le indagini delle «fiamme gialle», comandate dal colonnello Massimo Benassi, hanno preso il via da segnalazioni provenienti da una banca che segnalava i movimenti anomali registrati sulle carte. Strada facendo la Finanza ha scoperto che il meccanismo era utilizzato dall'avvocato con notevole frequenza: nel mirino sono finiti 340 conti correnti bancari e 60 carte prepagate, relative a 167 pratiche, il cui ammontare complessivo supererebbe i cinquanta milioni.

Il controllo a tappeto delle pratiche è ancora in corso, ma su un primo gruppo di vertenze la Procura ha già ritenuto che ci fossero indizi sufficienti ad arrestare l'avvocato, cui sono stati sequestrati quasi 280mila euro accumulati, secondo l'accusa, grazie alle truffe.

Nei prossimi giorni V. verrà interrogato dal giudice preliminare, cui dovrà cercare di dare una spiegazione legittima delle operazioni individuate dalla Guardia di finanza.

Oltre al processo penale, il professionista dovrà affrontare anche il giudizio disciplinare dell'Ordine degli avvocati che in casi simili (purtroppo già verificatisi a Milano in passato) ha inflitto la radiazione dall'albo.

LF

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