Reddito di cittadinanza, l'appello dei Caf: "Non venite tutti in massa il 6 marzo"

Per chi presenta la domanda, la risposta arriverà all'utente per sms o per email. Se l'istanza verrà accolta arriverà un messaggio da Poste per la consegna della carta

Reddito di cittadinanza, l'appello dei Caf: "Non venite tutti in massa il 6 marzo"

Il conto alla rovescia è già iniziato e tra pochissimo partirà la richiesta ufficiale per il reddito di cittadinanza. Chi presenterà la domanda tra il 6 e il 31 marzo avrà una risposta dall’Inps tra il 26 e il 30 aprile: se la domanda sarà accolta a maggio partirà il pagamento, insieme alla card.
Tutto organizzato quindi ma c’è un messaggio per i cittadini: "non venite tutti insieme il 6 marzo - affermano i Caf -. C’è tempo fino al 15 aprile per inviare le domande". Un monito soprattutto per chi pensa di poter accedere all'assegno già mercoledì prossimo.
Per il 2019 l'Inps ha stanziato 15 milioni dedicati al reddito con una postilla importante: nel caso in cui i soldi per il reddito non dovessero bastare, si interromperà il canale di trasmissione per i Caf. Al momento - modifiche al decretone permettendo - possono richiedere il reddito i cittadini italiani o comunitari e gli extracomunitari con permesso di lungo soggiorno residenti in Italia da 10 anni di cui gli ultimi 2 in via continuativa. Il nucleo familiare del richiedente può possedere redditi e patrimoni, ma entro i limiti previsti, come ad esempio: patrimonio immobiliare non oltre 30mila euro, senza considerare la casa di abitazione, patrimonio finanziario non superiore a 6mila euro, incrementabili in base alla composizione del nucleo. Ma se per presentare la domanda anche Poste si dice pronta al grande afflusso, rimane il neo dei navigator, che potranno partire quando si chiuderà l'accordo con le Regioni e il relativo bando.

Gli enti locali vorrebbero assumere direttamente i 6mila tutor idealmente a carico dell'Anpal, puntando su un contratto a tempo indeterminato, mentre il governo insiste su un'assunzione 'statalè con quizzone per 18 mesi. Lo stallo c'è, anche perché non sono stati ancora fissati incontri a breve con il ministero del Lavoro. Intanto si parte subito con i contributi.

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