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Il premier ucraino Arseni Iatseniuk ammette che la polizia non ha fatto abbastanza per impedire le violenze. Ma sull'incendio della casa dei sindacati è scambio di accuse con Mosca
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La bella città sul Mar Nero è diventata il simbolo dell’ondata di odio che sembra essere in procinto di divorare l’Ucraina ma, in realtà, è solo uno dei focolai di rivolta sparsi per il suo territorio. Si è ancora in tempo per fermare quel che si prospetta come un immenso incendio?