Rilancio della Fiat e delle produzioni italiane: il 2025 e la svolta di Stellantis?

Il 2025 di Stellantis riparte dal marchio italiano più rappresentativo del gruppo: Fiat. E lo fa guardando al segmento B, quello delle mitiche Uno e Punto del passato

Rilancio della Fiat e delle produzioni italiane: il 2025 e la svolta di Stellantis?
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Il 2025 sarà l'anno del via al rilancio della Fiat e delle produzioni italiane di Stellantis? La volontà del gruppo in questa direzione è tangibile, almeno a parole e con alcuni fatti: la presentazione del "Piano Italia 2025-2030", che ora deve però essere concretizzato, la ripresa del dialogo con il governo e la politica italiana (il 19 marzo il presidente John Elkann si presenterà all'audizione in Parlamento per rassicurare le istituzioni sugli impegni nazionali del gruppo) e le organizzazioni sindacali. Insomma, Stellantis sembra aver riscoperto alcuni "fondamentali" purtroppo trascurati dalla precedente gestione retta da Carlos Tavares: una doverosa attenzione alla realtà dei fatti e al mercato.

Ebbene, il 2025 di Stellantis riparte così dal marchio italiano più rappresentativo del gruppo: Fiat. E la fa guardando al segmento B, quello delle mitiche Uno e Punto del passato, ahinoi da troppo tempo trascurato. Lo stop alla produzione della Punto risale infatti al 2013. La ripartenza, ora, si chiama Grande Panda. Una novità, secondo Olivier Francois, ad del marchio in Stellantis, che ci consente "di guardare al futuro con un grande sorriso".

Prodotta in Serbia, nell'ex stabilimento di Fca, lo stesso che ha sfornato per anni la 500 L, la Fiat Grande Panda andrà a tenere compagnia alla Pandina "made in Pomigliano d'Arco", a cui va il merito di aver assicurato continuità al marchio, alla 500 elettrica e, da fine anno, alla 500 ibrida alla quale toccherà il compito di riportare Mirafiori, questo almeno è l'auspicio, a volumi degni della storia del polo industriale torinese.

"Fiat è un brand con tanti anni di storia, siamo qui da tanto tempo, siamo qui da 125 anni e siamo qui per restare", le parole di Francois. Importante, però, è che non vengano più commessi gli errori del recente passato: cioè, di ignorare il mercato e di condividere l'imposizione politica di una motorizzazione (il solo "elettrico") per poi essere costretti a tornare sui propri passi e lanciare anche la versione ibrida, come è successo per la Fiat 600.

"L’elettrificazione in Europa deve essere più accessibile, più semplice - ha detto il manager - per questo dobbiamo pensare a prodotti che siano apprezzati dai clienti. La Grande Panda? Basta guardarla, il suo design affonda le radici nella nostra storia. In America Latina e nel Middle East stiamo andando abbastanza bene. Ma ora vogliamo tornare a sorridere anche in Europa".

"L’automotive sta affrontando molte sfide - ha aggiunto Francois - ma in 20 anni in cui ho lavorato per Fiat non ricordo un anno che non abbia portato con sé delle sfide importanti. Penso al 2004, con la Fiat sull’orlo del fallimento, poi nel 2008-2009 la recessione, il salvataggio di Chrysler, per non parlare del 2020 a causa della pandemia, i lockdown, quindi la crisi dei chip del 2022".

E ora - aggiungiamo noi - il caos determinato dal Green Deal legato al settore con la posizione dominante che certa politica ha voluto assumere nei confronti dell'industria, scegliendo direttamente dalle stanze dei bottoni

di Bruxelles quali strategie e quali scelte tecnologiche applicare. La sfida più grande per il settore automotive è quella di riappropriarsi del proprio ruolo. E ciò vale anche per la Fiat, come per tutti gli altri marchi.

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