
Una seconda udienza ricca di dettagli interessanti quella per il processo di primo grado per l’omicidio di Nada Cella, la segretaria uccisa a Chiavari il 6 maggio 1996. La giovane si trovava nell’ufficio del commercialista Marco Soracco, che attualmente è in attesa di sapere se andrà a giudizio per false dichiarazioni con la madre Marisa Bacchioni: la questione è legata a all’iter dell’unica rinviata a giudizio per l’omicidio, Annalucia Cecere, un’insegnante che, secondo l’ipotesi degli inquirenti, sarebbe stata gelosa di Cella.
L’udienza si è aperta proprio su un dettaglio centrale: è stata ritenuta rilevante (e quindi acclusa agli atti, come riporta TeleNord) un’intercettazione intercorsa tra Soracco e il suo avvocato dell’epoca Massimo Ansaldo. Soracco e il legale avrebbero parlato di una “donna misteriosa” presumibilmente legata all’omicidio citata dalla stampa dell’epoca. Il commercialista avrebbe detto: “È una mia amica di ballo”. È stato più volte ventilato che Soracco e Cecere fossero andati a ballare insieme, per cui dovrà essere compreso se il professionista si riferisse proprio all’imputata oppure no.
Cruciali sono state le testimonianze degli inquirenti. Si è parlato più volte di come ci potrebbero essere estati presunti errori o sviste, qualcosa che potrebbe essere stato connesso al fatto che carabinieri e polizia condussero indagini parallele, senza però comunicare tra loro. “C’era sangue sui muri e sui mobili. Era evidente che c’era stata una aggressione e chiamai il mio dirigente”, ha esordito l’agente delle volanti Luciano Campodonico, tra i primi a ricevere la telefonata di Soracco quel 6 maggio.
L’ex dirigente del commissariato di Chiavari Pasquale Zazzaro ha invece dichiarato come l’allora pm Filippo Gebbia “non gli parlò delle indagini parallele dei carabinieri”: “Lo abbiamo saputo attraverso il nostro personale che andava in giro che c’era questa pista dei carabinieri. Ho riferito al magistrato e lui ha confermato che c’era questa indagine. Il dottor Gebbia lo sapeva. Ci fu meraviglia, ce lo poteva dire. Nessuno ce lo disse ufficialmente”. La versione è stata confermata anche dall’ex dirigente della sezione omicidi della squadra mobile Giuseppe Gonan.
Ti interessa l'argomento?
Quest’ultimo aveva ricevuto un’informazione sul fatto che a un religioso, frate Lorenzo, si sarebbe rivolta una persona per “fare da intermediaria su un’altra persona che voleva parlare del delitto”. Ma il frate non avrebbe detto nulla, trincerandosi dietro al segreto confessionale.
Gonan ha inotre descritto le difficoltà sulla scena del crimine: “Quando entrai nello studio di Soracco, vidi quello che era già un disastro: la scena era completamente alterata dai soccorsi, all’ingresso c'era acqua mescolata a sangue perché la Bacchioni aveva iniziato a pulire”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.