![Il processo Nada Cella si può fare. A giudizio la "rivale" e il commercialista](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/06/1738839324-aztanawom42zrfiivldk-ansa.jpeg?_=1738839324)
È partito oggi il processo per l’omicidio di Nada Cella. La decisione sull'inizio dell'iter era in sospeso, a causa di un'eccezione presentata dalla difesa dell'imputata come presunta responsabile del delitto Annalucia Cecere. La donna è stata sospettata a causa di testimonianze dell’epoca e per via di un bottone ritrovato sulla scena del crimine. L'eccezione però è stata ritenuta "manifestamente infondata", per cui si cominciano a sentire i testimoni: niente sospensione dunque.
Il legale di Cecere Andrea Vernazza aveva infatti sollevato una questione di legittimità costituzionale: a marzo 2024 la giudice Angela Nutini aveva prosciolto l’imputata ascrivendo gli elementi trovati come “sospetti” che non potrebbero “portare a formulare una ragionevole previsione di condanna”, per cui sarebbe “inutile il dibattimento”, dato che il quadro probatorio sarebbe stato “contraddittorio e insufficiente”. Successivamente la corte d’Appello ha rinviato Cecere a giudizio.
Nada Cella è stata aggredita il 6 maggio 1996 a Chiavari, mentre si trovava nello studio del commercialista Marco Soracco, presso il quale lavorava. La giovane segretaria, classe 1971, è morta dopo una corsa in ospedale, prima a Lavagna e poi a Genova. Era stata colpita alla testa e al pube da un corpo contundente mai individuato. Inizialmente si pensò a un incidente - tanto che la madre di Soracco, Marisa Bacchioni, ripulì le scale e il pianerottolo dell’ufficio.
Le indagini per omicidio furono archiviate nel 1998, dopo che fu sospettato e prosciolto lo stesso Soracco, che oggi insieme alla madre è giunto in aula come imputato per favoreggiamento e false dichiarazioni - ma la sua posizione e quella della madre sono state stralciate in relazione al favoreggiamento (le false dichiarazioni restano per il momento, perché saranno condizionate al risultato della sentenza su Cecere). Il nuovo fascicolo è stato riaperto nel 2021 grazie al lavoro della criminologa Antonella Pesce Delfino e dalla legale della famiglia Sabrina Franzone.
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Solo imputato presente in aula è il commercialista Soracco, che ha spiegato di ritenere corretto presenziare all’udienza: “Non sono contro il processo, voglio solo che sia fatta giustizia”, ha commentato. Il professionista ha poi aggiunto: “Io sulla scena del delitto? Si sono dette tante cose, sono sereno nonostante 29 anni di illazioni, pensate a come mi sento, la coscienza mi ha sempre aiutato ad affrontare tutto”.
È stata chiesta intanto, da parte della difesa di Cecere, composta dagli avvocati Gianni Roffo e Susanna Martini, l’esclusione dal processo di un’intercettazione telefonica. Si tratta della conversazione intercorsa tra Bacchioni e una donna rimasta anonima, che avrebbe riferito: “L’ho vista che andava via col motorino, l’ho vista tutta sporca che metteva tutto sotto la sella.
L’ho salutata e manco mi ha guardata. Le dico la verità. L’ho vista quindici giorni fa nel carruggio e non mi ha nemmeno guardata”. La richiesta è stata respinta dalla corte d'assise presieduta da Massimo Cusatti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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