
La Guardia di Finanza di Milano, su delega della Procura, ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo nei confronti di cinque persone fisiche e una persona giuridica emesso per 1,5 milioni di euro. Contestualmente, sono stati notificati i decreti di fissazione di interrogatorio preventivo emessi dal gip a seguito della richiesta di applicazione, nei confronti dei succitati cinque indagati, della misura cautelare degli arresti domiciliari. L'indagine coinvolge anche alcuni calciatori: nessuno si è mai "venduto" le partite, ma avrebbero giocato per lo più su altre discipline, tra fine 2021 e ottobre 2023. I giocatori indagati sono una dozzina tra cui Sandro Tonali e Nicolò Fagioli, già coinvolti in un'indagine della Gdf di Torino. Sono coinvolti da indagati altri 20 fra calciatori di Serie A e sportivi fra cui Alessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo, Weston Mc Kennie, Mattia Perin, Raoul Bellanova, Leandro Paredes.
Dalle indagini è emerso "un gruppo attivo nell'area milanese - spiega il procuratore Marcello Viola - ritenuto responsabile dell'organizzazione illegale di scommesse, anche attraverso piattaforme online non autorizzate, utilizzate da numerosi scommettitori". È stato "appurato come gran parte dei pagamenti a saldo dei debiti di gioco destinati agli organizzatori", quantificati in oltre 1,5 milioni di euro, "fossero veicolati mediante una gioielleria di Milano" per "ostacolare la provenienza illecita del denaro e rendere difficile l'identificazione del reale beneficiario".
Un presunto "sistema" che avrebbe previsto "finte vendite da parte della gioielleria di orologi e monili di lusso che, in realtà, non venivano materialmente consegnati, ma costituivano unicamente la causale per il bonifico emesso dagli scommettitori a saldo del debito contratto per le scommesse effettuate sulle piattaforme illegali". E' venuto a galla, spiegano i pm, anche un meccanismo "consolidato e strutturato per il pagamento dei debiti di gioco da parte degli scommettitori a favore degli organizzatori" con "l'utilizzo di numerosi soggetti prestanome che, mettendo a disposizione le proprie carte PostePay, account Revolut e conti correnti, ricevevano le transazioni finanziarie" per almeno 300mila euro, "destinate a saldare o ridurre le posizioni debitorie derivanti dalle scommesse illegali". Per la stessa "finalità, i prestanome si occupavano anche della riscossione di denaro contante, per un importo stimato di almeno 400mila euro". In aggiunta, "alcuni scommettitori, in cambio di bonus, ovvero di una riduzione del proprio debito di gioco, diffondevano e pubblicizzavano le piattaforme illegali nei confronti di altri", facilitando così "l'apertura e il caricamento di sempre nuovi conti di gioco".
L'inchiesta ha svelato che i pagamenti per le scommesse clandestine venivano mascherate come acquisto di "Rolex" e "monili di lusso" in una gioielleria di Milano. Ha ricostruito come i "pagamenti a saldo dei debiti di gioco" avvenissero attraverso la gioielleria Elysium di Milano, di cui i pm chiedono il sequestro preventivo. Il sistema prevedeva "finte vendite da parte della gioielleria di orologi" e gioielli mai consegnati, fa sapere il Procuratore Marcello Viola in una nota, da usare come "causale" per il bonifico emesso dagli scommettitori a saldo del debito contratto per le scommesse effettuate sulle piattaforme illegali". La carta di credito di Nicolò Fagioli era stata lasciata a disposizione della gioielleria, dove era custodita in cassaforte. Lo si evince dal decreto con cui oggi sono stati sequestrati circa 1.5 milioni di euro a "Elysium Gropup srl" società del negozio. Fagioli, come risulta dall'inchiesta, nata a Torino e trasmessa a Milano per competenza, avrebbe bonificato sui conti di Elysium 693.614 euro.
Un sistema volto a "ostacolare" la "provenienza illecita del denaro". "È stato accertato", si legge agli atti, che Nicolò Fagioli si sia avvalso di "prestiti in denaro" per far fronte al pagamento dei debiti" concessi da soggetti terzi (calciatori ma non indagati) chiedendo di "effettuare per suo conto bonfici in favore della gioielleria".
Un altro sistema si basava sull'utilizzo di "soggetti prestanome" che hanno messo a disposizione "carte Poste Pay, account Revolut e conti correnti" per "saldare o ridurre le posizioni debitorie". Sono stati ricostruite transazioni da almeno 300mila euro. I prestanome si occupavano anche della "riscossione del denaro contante", almeno 400mila euro.
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